Alimentazione

Alimentazione bambino a un anno, tutto quello che c’è da sapere

Cosa cambia nell'alimentazione del bambino dai 12 mesi compiuti, come presentare e alternare gli alimenti, come organizzare la giornata alimentare. Daniela Callegari, specialista in pediatria, risponde a tutti i dubbi dei genitori

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Alimentazione bambino a un anno, tutto quello che c’è da sapere

«Fin dalla prima infanzia è importante impostare una sana corretta educazione alimentare, perché il modo di mangiare è uno dei pilastri della salute futura». Daniela Callegari, pediatra del Santagostino, risponde a tutti i dubbi dei genitori in merito all’alimentazione del bambino a un anno di età.

Alimentazione bambino 1 anno: prevenire il rischio di obesità

«Nel mondo occidentale una delle emergenze di salute in età pediatrica è il sovrappeso», avverte la specialista. «I genitori devono fare attenzione a come si insegna a mangiare ai propri figli, a quali abitudini si danno. Il problema dell’alimentazione inadeguata nei bambini è un’emergenza a livello mondiale. Se negli Stati Uniti, ad esempio, vi è benessere ma una cultura molto nociva per quanto riguarda l’alimentazione, esiste anche un problema di obesità da paesi poveri, dove i bambini sono a rischio perché costa meno sfamarsi con un pacchetto di patatine rispetto a farlo con della verdura fresca».

«Mangiare ha a che fare con le abitudini quotidiane: per questo stabilire la consuetudine a mangiare seguendo buone norme previene molte delle future patologie dell’età adulta. I dati del nostro Paese riferiscono che il 20-30% della popolazione è in sovrappeso. La percentuale varia da regione a regione. Il 10% è obeso: un disturbo molto significativo in età pediatrica».

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Quando possono comparire sovrappeso e obesità?

«Sovrappeso e obesità si manifestano mediamente intorno ai 7- 8 anni, ma le basi si mettono molto prima. Sono strettamente collegate al modo in cui il bambino ha imparato a mangiare. Dal punto di vista alimentare i bambini sono conservatori: se i genitori propongono abitudini stabili e regolari fin da subito, è più probabile che i bambini le manterranno».

Alimentazione del bambino a un anno: cosa cambia?

«Compiuto l’anno, la dieta del bambino è ormai libera. Cosa si intende con questo termine? Vuol dire che tutti gli alimenti e i nutrienti sono stati inseriti nella sua alimentazione. Lo schema rigido basato sulla rotazione fissa degli alimenti nei 14 pasti principali della settimana, seguito nel secondo semestre di vita, viene gradualmente abbandonato. La dieta può essere pertanto più libera, similmente a quanto accade per noi adulti. L’importante è garantire che tutti gli alimenti vengano inseriti e offerti al bambino. Inoltre, è questo il momento di iniziare a dare il latte vaccino fresco intero».

Lo schema degli alimenti necessari

Ogni giorno sono necessarie:

  • due porzioni di farinacei (sotto forma di pasta, riso, pane, fette biscottate, biscotti, cereali misti)
  • due porzioni di latte e derivati (latte, yogurt e formaggi, preferibilmente freschi)
  • frutta e verdura, sempre libere e abbondanti
  • una porzione di alimenti che forniscano proteine, anche vegetali (carne, pesce, uova, legumi secchi)
  • l’olio extravergine di oliva come fonte di grassi

Come comporre i menu settimanali

«Le porzioni di cereali sono la principale fonte calorica. Latte e derivati apportano i calcio, per la costruzione del tessuto osseo. Frutta e verdura sono portatori di fibre vegetali, vitamine e sali minerali. Alimenti proteici sia di origine animale che vegetale, come i legumi secchi, sono fonte di ferro», precisa la dottoressa Callegari.

«Con questo tipo di schema i genitori possono comporre dei menu che presentino, nell’arco della settimana, l’alternanza dei cibi, così come succede per gli adulti. L’uovo intero può essere dato anche due volte a settimana; i legumi 3 o 4 volte. Questo garantisce buona crescita, apporto calorico adeguato e contiene il rischio di assumere una sovraquantità di calorie».

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Quali sono le giuste quantità di alimenti per un bambino di un anno?

«Le quantità rimangono libere e di solito il bambino sa benissimo autoregolarsi. Tuttavia, bisogna fare una certa attenzione alla quantità delle proteine. In presenza di situazioni che, a buon senso, mettono in allarme il genitore, si può chiedere la valutazione da parte del pediatra».

La quantità consigliata per le proteine è di 30 g di carne e 50 g di pesce (pesati a crudo). «Sono indicate le carni magre, preferibilmente non bovine. Orientarsi su pollo, tacchino, coniglio. Preferire il pesce pescato rispetto a quello allevato, alternare le tipologie. Evitare i molluschi per via della consistenza gommosa, finché il bambino non avrà un ottimo livello di masticazione. Quando questo non è ancora raggiunto, tritare gli alimenti con il macinino o con la mezzaluna».

Cosa fare se il bambino è senza denti?

«Proporre ogni tipo di alimento spappolato, schiacciato, mai tagliato in pezzi. In ogni caso non importa se il bambino ha o meno i denti: tutto il cibo deve essere ben cotto, molle e schiacciato. Nessun cibo è bandito purché la modalità di presentazione sia adeguata. Fino ai 3 anni, per questioni anatomiche, il rischio di soffocamento da cibo è elevato».

È utile, per i genitori , consultare le Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica, pubblicate sul sito del ministero della Salute.

«L’unico alimento che non è opportuno presentare da solo è la carne, perché molto fibrosa e per diventare morbida richiede la salivazione e la masticazione con i molari. La carne va presentata sotto forma di sughi, ragù o polpette. Tutti gli altri alimenti, anche da soli, non sono pericolosi se presentati in forma molle, ben cotta e schiacciata».

Aumenta la curiosità verso il cibo degli adulti: come comportarsi?

«Intorno a questa età il bambino comincia ad avere interesse verso il cibi degli adulti. Finché è soddisfatto e accetta il piatto unico con alimenti mescolati fra loro, seguiamo questa modalità. Quando invece si mostra propenso ad assaporare altri cibi e ad assaggiare le pietanze degli adulti, allora si passa a piatti con cibi differenziati: ad esempio verdure e proteine insieme, i farinacei invece sotto forma di primo».

Alimentazione bambino di un anno: gli orari migliori per i pasti e come si articola la giornata alimentare

«La giornata alimentare parte al risveglio con la colazione. A metà mattina il bambino può mangiare frutta fresca (questo spuntino può anche essere saltato). Il pranzo dovrebbe avvenire entro le 13 in modo da permettere il riposo pomeridiano e di non ritardare troppo l’addormentamento serale. L’ideale è consumare il pranzo a mezzogiorno, fare il pisolino alle 13.30, la merenda alle 15.30/16 con uno spuntino leggero, così da scongiurare l’inappetenza serale. La cena – a seconda delle abitudini familiari – può essere collocata fra le 18.30 e le 20, in modo che poi il bambino si addormenti, eventualmente bevendo prima una moderata quantità di latte prima della nanna. A quest’età, con l’inizio del sonno lungo, è corretto che i bambini non mangino durante la notte», conclude la specialista.

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