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Noia nei bambini, perché è importante e come gestirla

Valentina Fumuso, psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico, spiega ai genitori come affrontare i momenti di noia dei propri figli e come coglierne benefici e opportunità

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Noia nei bambini, perché è importante e come gestirla

«La noia ci costringe a un tempo lento, mentre noi siamo abituati a vivere di corsa», afferma Valentina Fumuso, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino. Nonostante la frenesia dei tempi in cui viviamo, a tutti gli adulti capita di annoiarsi. Tanto più nella condizione di “lockdown intermittente” nella quale viviamo ormai da circa un anno. «E non capita soltanto agli adulti: tutti i bambini si annoiano prima o poi in qualche momento della loro crescita». Una condizione che diventa spesso intollerabile, non tanto per i piccoli quanto per i loro genitori.

La noia nei bambini, opportunità e benefici

«Non appena l’adulto si accorge che il proprio figlio è annoiato, tende a risolvere il problema proponendo degli stimoli. Ciò accade poiché fa fatica ad accettare lo stato di immobilità, di arresto, causato dalla noia. Ma sarebbe più utile, per il bambino, che il genitore riuscisse a “stare”, ossia ad accogliere quelle sensazioni, anche negative, che il piccolo sperimenta lungo il suo percorso di sviluppo, provando a comprendere e attendere i suoi tempi e i suoi bisogni. Spesso questa spinta al fare diventa un modo attraverso il quale l’adulto si difende dal sentire, ossia da quel necessario ripristino di uno spazio e di un tempo in cui prendere contatto con i propri vissuti. A volte diventa faticoso sintonizzarsi con i bisogni dei bambini, poiché le loro problematiche ci confrontano con le nostre difficoltà», spiega la specialista.

«In realtà il tempo lento – tanto per gli adulti quanto per i bambini – ci mette in contatto con il nostro mondo interno e quindi con ciò che proviamo e sentiamo. Per i bambini in particolare è occasione di crescita. La noia è un attivatore della fantasia».

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La noia durante il lockdown

«Il lockdown ci ha permesso, costringendoci a passare molto tempo dentro casa, di annoiarci, di riscoprire tempi diversi da quelli del nostro abituale modo di vivere, e di abitare una dimensione nella quale riscoprirci ricchi di risorse. Infatti la noia, nonostante lo spaesamento a cui inizialmente ci sottopone, può trasformarsi in una vera e propria occasione di recupero della creatività».

Importanza della noia nei bambini

«Questo processo che dall’esterno va verso l’interno, verso noi stessi, permette che il bambino possa imparare a conoscere se stesso, a sentire le proprie emozioni. Anche quelle che solitamente definiamo come negative, se possiamo riconoscerle e toccarle, possiamo trasformarle in qualcosa di diverso».

I bambini spesso usano il termine “annoiato” per esprimere altre emozioni come la rabbia o la tristezza. «Se il genitore osserva il figlio che appare triste e non sa cosa fare, ciò che dovrebbe fare è aspettare, tollerare questo momento di difficoltà del bambino. Soltanto così il piccolo si attiverà e scoprirà risorse e capacità, in altre parole la propria creatività», suggerisce la psicoterapeuta. «Un bambino messo nelle condizioni di sentire che cosa gli accade, diventerà un adulto capace i trasformare la frustrazione in progettualità».

Come gestire la noia dei bambini

Generalmente invece i genitori reagiscono ai momenti di noia dei bambini proponendo svariate attività extra scolastiche artistiche e sportive. «Attività che certamente sono fondamentali nello sviluppo. Il bambino in questo modo cresce nel confronto con gli altri, apprende la disciplina attraverso lo sport. Bisogna però evitare la “grande abbuffata di stimoli”, che non permette di sentire e di “stare in contatto”. Solo in un tempo lento, e pertanto sperimentando la noia, si ha la possibilità di esplorare il proprio proprio inconscio. Essere in contatto con se stessi e con le proprie emozioni e sensazioni è fondamentale nella vita», spiega la dott.ssa Fumuso. «Un bambino che non ha paura delle proprie emozioni, che impara a tollerare la frustrazione e a trovare le sue risposte, attraverso il gioco e la creatività, diventerà un adulto consapevole e capace di risolvere i problemi».

Non è raro che il genitore si senta in difficoltà nei confronti del figlio, nel gestire i momenti di noia. «È efficace ricordarsi, in questo come in altri momenti complicati, che qualsiasi sensazione, anche negativa, può essere trasformata. Così quella che ci sembra tristezza si trasforma in motore della creatività».

Bambini che si annoiano subito a casa e a scuola, cosa fare?

«Anche se la tentazione è quella di fornire immediatamente uno stimolo al bambino annoiato, il consiglio che do a genitori e insegnanti è quello di osservarlo e lasciare che trovi da solo una soluzione alla noia. Soltanto in seconda battuta, sostenerlo nella ricerca della soluzione», suggerisce la specialista.

Bambino sempre insoddisfatto, come comportarsi

È necessario osservare se gli episodi di noia sono circoscritti oppure costanti. «Questo vale per il figlio di 2 come per quello di 15 anni: se il genitore nota un atteggiamento costante nel tempo, o se il figlio tende ad isolarsi o chiudersi, deve rivolgersi a un professionista dell’età evolutiva».

Cosa fare quando i bambini si annoiano

«In conclusione bisognerebbe vedere la noia come elemento positivo nella vita del bambino».

Cosa fare, nel concreto?

  • Osservare il bambino nei momenti in cui si annoia
  • Lasciargli il tempo di reagire alla noia
  • Mettersi nell’ottica dell’opportunità e lasciargli il tempo affinché si attivi a trovare da solo la risposta alla noia
  • Giocare con il bambino sottostando alle sue regole e alle sue richieste (invece di essere noi a proporre con cosa e come giocare insieme)
  • Ascoltarlo ed essere partecipativi
  • Favorire il suo processo di esplorazione, senza forzature

«La parola d’ordine? “Stare”. O, se preferite, “aspettare”, “resistere”. Aspettare i tempi del bambino, che saranno lenti, e utilizzare l’occasione che un figlio ci offre per riflettere su quanto noi mal tolleriamo il tempo lento e il tempo per noi stessi», cogliendo l’opportunità di gestire il nostro tempo da adulti e il nostro sentire.

«Spesso i figli piccoli, con le loro modalità, ci mettono di fronte a difficoltà che non sono loro ma nostre. I bambini possono riflettere, negli atteggiamenti, problemi che appartengono ai genitori, al nucleo familiare».

Consiglio di lettura, per bambini dai 3 anni: “Ufff” (Babalibri edizioni)

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