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Regali di Natale per i bambini, i consigli della psicologa

Cosa regalare ai bambini per Natale in base alle diverse fasce d’età, come ascoltare i loro desideri e in che modo fronteggiare il rischio “abbuffata” di doni in arrivo

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Regali di Natale per i bambini, i consigli della psicologa

«Il regalo, in particolare a Natale, è il risultato finale del tempo dell’attesa. Il dono materiale e concreto che i bambini ricevono condensa il senso della mancanza e il contatto con il desiderio, perché porta alla realizzazione del desiderio stesso». Così Valentina Fumuso, psicologa e psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino, definisce il significato profondo dei regali che riceviamo e ci scambiamo a Natale.

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Regali di Natale per i bambini: come scrivere la letterina a Babbo Natale

«La letterina a Babbo Natale è lo strumento attraverso cui il bambino, anche quello più piccolo (che può semplicemente fare uno scarabocchio o un abbozzo di colore sul foglio), trova il modo di esprimere ciò che prova. Il fatto di spedire la lettera aiuta il bambino nell’attesa del giorno del Natale, quando troverà il regalo sotto l’albero, grazie a un elemento concreto e comprensibile».

I genitori partecipano alla scrittura della lettera, realizzandola insieme a aiutando il bambino ad esprimere il proprio desiderio con frasi come: “Che cosa hai disegnato? Dov’è il giocattolo che vuoi? Hai disegnato il libro che vuoi che ti porti Babbo Natale?”.
Il regalo oltre che dono è anche conquista. Offre l’occasione per chiedere al piccolo “Come sei stato?”, che è un modo per aiutarlo a conoscersi e riconoscersi. Un rituale che in qualche modo lo accompagna e lo aiuta a scoprire anche se stesso.

Quanti regali i genitori dovrebbero fare ai bambini per Natale?

«La parola d’ordine è: pochi ma buoni. I regali devono il più possibile essere vicini ai gusti del bambino. Essendo il bambino un soggetto desiderante, la cosa importante è creare un connubio perfetto fra il suo desiderio (le sue preferenze) e cosa è giusto rispetto alla tappa evolutiva nella quale si trova. Il regalo va fatto in modo sintonico e consapevole. Il primo aspetto riguarda il fatto di mettersi nei panni del figlio e cercare di capire cosa preferisce quando gioca. Il secondo si riferisce principalmente a due regole: chiedersi che uso il bambino può fare di quel preciso regalo, tenendo in considerazione la sua fase di sviluppo, e fare attenzione alle materie prime di cui è fatto il giocattolo che vogliamo regalare», spiega la specialista.

Idee regalo di Natale: cosa regalare a un neonato (0-12 mesi)

«I neonati prediligono i colori, i suoni, il contatto con il morbido. Sono ideali quei giochi che trasmettono calore e ricordano i primi contatti ad esempio con il corpo della mamma. Oggetti che rimandano alle prime esperienze affettive come peluche, libri morbidi e tattili, giochi e libri sonori e libri musicali».

Tante idee regalo per bambini di 2-3 anni

«Tra i 2 e i 4 anni i bambini giocano tantissimo da soli ma anche vicino ad altri bambini. La spinta alla socialità si concretizza alla fine del terzo anno. Giochi per bambini da regalare in questa fascia d’età sono quelli che prevedono oggetti da impilare, costruire e associare fra loro. Il memory è molto apprezzato, ma anche tutti i i bambolotti da accudire e coccolare. Il gioco simbolico, infatti, ripropone il legame con i genitori».

I bambini di quest’età giocano ai ruoli, mettono in scena i momenti quotidiani in cui imitano gli adulti costruendo un “come se”. La cucina giocattolo, la cassetta degli attrezzi, il passeggino, il carrello della spesa, sono tutti giocattoli che rappresentano le attività che l’adulto svolge nel quotidiano e stimolano attività con cui il bambino cerca di adattarsi al mondo.

«Non esistono giochi da maschi e giochi da femmine. Attraverso il gioco, che è momento creativo e simbolico, il bambino fa esperienza, conosce il mondo e le cose e si misura con i propri desideri e con le proprie capacità. Attraverso questo tipo di gioco mette le basi di quella che sarà la sua futura identità», precisa la dottoressa Fumuso.
Il gioco deve essere un’esperienza libera dai pregiudizi e stereotipi. Il giocattolo rappresenta soltanto un supporto e uno strumento della fantasia del piccolo.

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Attenzione alle materie prime di cui sono fatti i giocattoli

«Questa è una regola che vale sempre nella prima infanzia: la tendenza dovrebbe essere quella di restituire attraverso le materie prime un contatto con la sensorialità. Bisognerebbe privilegiare giochi di legno o di tessuto, che regalino sensazioni tattili e sonore tali da mettere in contatto il bambino con il “cosa senti”».

Restringere il campo all’essenziale è un compito non semplice, ma è possibile raggiungerlo facendo un lavoro di “prevenzione” prima del Natale, costruendo una propria filosofia intorno all’uso dei giocattoli, da condividere con la famiglia e gli amici più cari dai quali si immagina di ricevere dei doni.
«Ho fatto mia una riflessione del prof. Castellazzi (nel libro “Il gioco in età infantile“) e che condivido con i genitori: “I giocattoli non devono condizionare troppo chi li usa. Se non lasciano spazio alla fantasia sono sostanzialmente inutili”».

Dai 5 ai 10 anni: è il momento di regalare i giochi da tavolo

Giochi di società da condividere con tutta la famiglia: l’età scolare è la fase giusta per regalarli. «I bambini, ormai entrati nel mondo della scuola e del confronto con i coetanei, vivono il gioco come integrazione con i pari». Cominceranno quindi a fare richiesta di giochi da condividere e che abbiano capacità di indirizzarli verso aspetti più complessi. Questo in parte corrisponde anche all’aumento della complessità interna. Si pongono domande via via più complesse e concrete». Ai bambini dai 5 ai 10 anni si possono regalare giochi di scoperta come quelli sulla scienza o le costellazioni, sul corpo umano o sulla geografia.
«In questa fase il gioco da tavolo e di scoperta diventa occasione per apprendere le regole, conoscere le differenze fra gli individui e misurarsi con se stessi e con i propri limiti. Riflette un tipo di competizione sana che aiuta i bambini a capire come si sentono nelle situazioni di gruppo».

Giochi tecnologici: da che età è consigliato regalarli e su quali tipologie puntare

«I genitori di figli preadolescenti spesso temono il ruolo che i videogiochi hanno nella vita dei figli, a causa della presenza di violenza e aggressività, specialmente nei giochi di guerra e di conquista. Vorrei invece puntare sull’aspetto positivo di questi giochi. I preadolescenti che giocano alla guerra giocano il ruolo del “cattivo delle fiabe”. Questo vuol dire che diventano consapevoli anche dei sentimenti negativi. Giocare alla guerra significa esprimere e canalizzare la rabbia, l’aggressività (che tutti hanno dentro, nessuno escluso), non certo diventare un assassino. È importante la presenza di un adulto che possa aiutare il ragazzo o la ragazza a parlare della rabbia e, più in generale, del malessere. Il videogioco, esattamente come da più piccoli il gioco simbolico, è un canale comunicativo, un linguaggio attraverso cui esprimere e dare forma e senso alle emozioni e al proprio mondo inconscio».

«C’è poi tutta una serie di videogiochi che aiutano a sviluppare abilità, a pensare al problem solving, sviluppando capacità che serviranno nella vita. L’età adatta per regalare questo tipo di giochi è dai 10 anni in su, non prima. Ne consiglio un uso moderato e regolato da limiti stabiliti dai genitori. Ad esempio: tre volte a settimana per un’ora, oppure nel weekend. All’inizio è consigliabile la presenza di un genitore che può anche favorire un momento di condivisione del gioco. Nella fascia 10-13 anni non si può non regalare un videogioco a un figlio che lo richiede: significherebbe tenerlo fuori dalla realtà del gruppo dei pari, e farlo sentire escluso. Meglio invece prevenire, lasciandolo usare ma con delle regole prefissate e condivise».

Libri da regalare a Natale ai bambini

«I libri sono un regalo che consiglio a qualsiasi età, a partire dagli albi illustrati, ogni momento della crescita ha la sua bibliografia». Quando si acquistano i libri da regalare ai bambini, l’ideale è farsi consigliare di persona, preferibilmente andando ad acquistare nelle librerie indipendenti, e consultare “Nati per leggere”, per scegliere i titoli più adatti alla fase evolutiva del bambino.

«Il libro va accompagnato da un rituale: il Natale rappresenta il momento giusto per crearlo, se non ce n’è stata occasione in precedenza. Genitori e figli possono rilassarsi e leggere insieme. Gli albi illustrati accompagnano il bambino nel prendere atto di quello che gli accade. Per ogni tappa evolutiva esistono libri che aiutano ad affrontare insieme i problemi della crescita: togliere il pannolino e passare al vasino, abbandonare l’uso del ciuccio, litigare e confrontarsi con i coetanei». Valentina Edizioni, Terre di Mezzo, Babalibri, Clavis, Topipittori, La Coccinella, Gallucci sono alcune delle case editrici che propongono libri per bambini particolarmente curati.

Abiti per bambini: è un regalo che può essere gradito dai bambini?

«Sconsiglio questo tipo di regalo, tranne nel caso in cui sia il bambino a farne specifica richiesta. Ma questo di norma accade a partire dall’adolescenza: nella fascia 0-10 anni non li regalerei, perché difficilmente rispondono alla diretta richiesta del bambino come soggetto desiderante».

Come gestire l’abbuffata di regali di Natale

«La cosiddetta “abbuffata dei regali” è controproducente, perché favorisce l’idea dell’avere tutto e subito ed elimina la funzione desiderante e quindi la creatività. Dobbiamo invece differire il desiderio, lasciando nel bambino uno spazio per nuovi sogni», spiega la psicoterapeuta. Inoltre la modalità del “riempimento” non permette al bambino di trovare dentro di sé dei modi per cercare nuovi desideri».

Per proteggere il bambino è possibile aprire i regali in maniera differita: la mattina del 25 dicembre soltanto quelli chiesti nella letterina a Babbo Natale. Altri regali potranno essere portati dalla Befana oppure aperti durante il periodo natalizio come oggetto di gratifica. «Se il bambino apre i doni tutti insieme non dà la giusta importanza, prevale l’eccitazione e questo impedisce di creare un proprio bagaglio e la propria stabilità interna. Un bambino che può differire i desideri sarà un adulto capace di gestire la frustazione».

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