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Come spiegare il Carnevale ai bambini, i consigli della psicologa

Raccontare ai propri figli la storia e il significato del Carnevale e vivere al meglio questa festa in base alle diverse fasi di età, rispettando i tempi e i desideri del bambino

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Come spiegare il Carnevale ai bambini, i consigli della psicologa

La festa del Carnevale rappresenta da sempre una celebrazione tanto attesa dai bambini, che aspettano con trepidazione il momento in cui indossare la maschera del super eroe preferito o del personaggio tanto amato, dando così vita al proprio mondo interno attraverso la “personificazione” del proprio ideale.

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Significato del Carnevale spiegato ai bambini

Al di là dell’aspetto giocoso del Carnevale, non bisogna dimenticare che questa festa ha origini molto antiche. Affinché i bambini possano comprenderne il significato, è necessario che i genitori usino un linguaggio semplice per raccontare la storia del Carnevale ai propri figli.

Come spiegare il Carnevale ai bambini

Molteplici sono i significati attribuibili alla festa del Carnevale. Uno dei quali, di impronta pagana, riguarda il festeggiamento, ai tempi dei romani, di Saturno. Il significato del Carnevale spiegato ai bambini potrebbe proprio partire dal racconto di questa antica festa per la quale si ricorreva al rituale del mascheramento. Interessante è il risvolto sociale della celebrazione, che implicava un ribaltamento dell’ordine sociale del tempo, in una dimensione di “sfogo e follia”. I padroni servivano banchetti ai servi e ci si scambiava doni senza far caso al grado sociale di appartenenza. Sembra, quindi che, per un giorno, non importassero gerarchie e ruoli sociali ma ci fosse una “parificazione” delle persone, secondo il principio di uguaglianza.

Per spiegare il Carnevale di oggi ai bambini, i genitori possono raccontare che anche adesso avviene la stessa cosa di un tempo. Ci mascheriamo e attraverso il costume che indossiamo impersoniamo i personaggi delle favole o della nostra fantasia.

Il travestimento nei bambini: l’aspetto psicologico del Carnevale

Pensando alla festa del Carnevale così come si svolge nell’epoca moderna, laddove spesso gli aspetti consumistici prevalgono sul senso tradizionale della ricorrenza, mediante una gara al travestimento più bello e sorprendente, vi è un aspetto psicologico profondamente implicato nell’atto del mascherarsi.

  • Attraverso “la maschera” viene eliminata ogni forma di differenziazione e classe sociale, laddove ognuno può personificare eroi, re e regine, indipendentemente dalle opportunità legate alla propria classe sociale.
  • Inoltre, dietro la maschera, è possibile celare o ridimensionare i propri vissuti interni e quindi anche il bambino più timido o introverso, ad esempio, può sentirsi sufficientemente “protetto” per dar sfogo, anche solo per un giorno, a quegli aspetti di sé che faticosamente riesce a far emergere nella vita di tutti i giorni.

Carnevale di Venezia spiegato ai bambini

È interessante raccontare ai bambini la storia della maschera di Arlecchino, con la quale da sempre il Carnevale di Venezia si identifica. Racconta di un bambino povero il quale, non avendo un vestito da poter indossare il giorno del Carnevale, riceve da ciascun bambino del paese un pezzo di stoffa che la madre cuce uno per uno creando un bellissimo vestito.

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Come far vivere il Carnevale ai bambini a seconda dell’età

Quando il bambino è molto piccolo, il costume riflette le preferenze del genitore. I bambini sotto i tre anni generalmente non amano mascherarsi anzi, a volte, ne sono addirittura spaventati. Questo perché il volto truccato o nascosto da una maschera può essere vissuto come una minaccia o un pericolo per il sé e dunque, intimorire.

È importante quindi:

  • Provare a leggere le reazioni emotive del proprio bambino.
  • Rispettarne i propri personali tempi, senza forzarlo qualora manifesti disagio o paura.

Dai 3 anni: gioco simbolico e gioco di ruolo

Dopo i tre anni il Carnevale diventa un evento molto atteso e vissuto come un giorno di grande divertimento, attraverso il quale il bambino può dar sfogo alla propria fantasia e “trasformarsi” nel personaggio preferito, anche solo per un giorno.

Il travestimento infatti appartiene alla dimensione del gioco simbolico, attraverso cui:

  • il bambino afferma delle parti di sé ed esplora la realtà
  • esorcizza le situazioni che gli suscitano più paura all’interno di una dimensione, quella della finzione, che risulta essere più sicura e protetta.

La personificazione di un personaggio diverso da sé presuppone che il bambino abbia acquisito la separatezza tra pensiero e oggetto, laddove l’azione nasce dalle idee più che dagli oggetti. Ecco, quindi, che un semplice bastone può diventare un animale o una persona, all’interno di un processo di trasformazione in cui l’oggetto si presta a diventare ciò di cui il bambino ha bisogno per attualizzare il proprio gioco.

Giocando a “far finta” i bambini esercitano immaginazione e creatività, sviluppano una maggior consapevolezza di sé, imparano a riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri esercitando abilità cognitive e relazionali.

Il rituale del mascheramento: un’occasione per conoscere il proprio bambino

Un altro elemento importante legato alla festa del Carnevale è sicuramente la fase di preparazione che antecede il mascheramento. Il bambino, a seconda dei propri gusti, sceglie il tipo di personaggio che desidera rappresentare.

Questo diventa un rituale: insieme al genitore, il bambino può creare alcuni elementi del travestimento, in un momento di condivisione e cooperazione. Stimola inoltre fantasia e creatività. Ciò può rappresentare un’occasione per il genitore di scoprire diversi aspetti del proprio bambino, i suoi gusti e i suoi interessi, esplorare le sue fantasie e sintonizzarsi con il suo mondo interno.

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Foto: Image by 192635 from Pixabay