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Pandemia, disturbi alimentari nei bambini in aumento: lo studio britannico

Una ricerca del Royal College of Paediatrics and Child Health fa luce sull'aumento dei casi di anoressia nervosa e altri disturbi alimentari fra i minori, addirittura triplicati o quadruplicati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso

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Pandemia, disturbi alimentari nei bambini in aumento: lo studio britannico

Complici anche l’isolamento dai coetanei e il maggiore utilizzo dei social media, durante la pandemia tra i bambini sono aumentati i casi di disturbi alimentari. Ad affermarlo sono i ricercatori del Royal College of Paediatrics and Child Health. Lo studio britannico evidenzia che alcuni pediatri hanno rilevato un aumento di disturbi, tra i quali l’anoressia nervosa, persino quadruplicati rispetto ai dati relativi allo scorso anno.

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La perdita del senso di controllo alla base dei disagi

Gli esperti affermano che questi dati sono strettamente collegati a fattori quali l’allontanamento dagli amici, la cancellazione degli esami in presenza e l’assenza di attività extrascolastiche nei mesi della pandemia. Inoltre, il maggiore uso dei social network in casa avrebbe indotto i bambini a idee non realistiche del proprio corpo. La dott.ssa Karen Street, responsabile della salute mentale dei bambini presso l’RCPCH, ha dichiarato a questo proposito che «i disturbi alimentari sono spesso legati alla necessità di controllo, qualcosa che molti giovani sentono di aver perso durante la pandemia». Molti dei pazienti minori hanno descritto la necessità di un focus e di obiettivi, che hanno incentrato sul mangiare e sull’esercizio fisico, attività prevalenti nelle giornate trascorse in casa.

I segnali a cui fare attenzione

I consulti psicologici, indispensabile strumento di supporto, nel periodo pandemico sono sostanzialmente scomparsi nella loro forma in presenza. Quelli online sono risultati fortemente richiesti, con conseguenti lunghe liste d’attesa.

L’RCPCH ha consultato pediatri di tutto il Paese: tutti hanno segnalato un aumento dei disturbi alimentari nel 2020. Fra questi, il dottor Simon Chapman, un pediatra consulente al King’s College Hospital, ha affermato: «Ho lavorato per i disturbi alimentari per dieci anni e non ho mai mai visto un’impennata simile. Il lavoro da marzo è triplicato».

I medici consigliano ai genitori di porre la propria attenzione ad alcuni segnali, che possono essere collegati a un problema di tipo alimentare. Ad esempio, i figli possono cominciare a tagliare il cibo in piccoli pezzi, oppure a mangiare molto lentamente. O ancora a vestirsi con indumenti larghi per camuffare la perdita di peso e dedicare molto del proprio tempo all’attività fisica.

Aumento dei ricoveri ospedalieri

Nancy Bostock, medico dell’Ospedale universitario di Cambridge, fa parte degli specialisti coinvolti nella ricerca. Bostock ha dichiarato: «Nella nostra unità di degenza per la salute mentale di età inferiore a 13 anni di livello quattro, abbiamo visto un aumento da tre a quattro volte dei bambini indirizzati al nostro servizio con disturbi alimentari». Potrebbe trattarsi della punta dell’iceberg, perché i dati diffusi da NHS Digital fanno riferimento ai ricoveri di bambini e adolescenti sino alla fine di marzo 2020.

Nell’arco dei 12 mesi precedenti si è registrato un aumento pari a un quinto rispetto al 2017-2018. In Inghilterra si è passati dai 4160 ricoveri per bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni, a 4962 casi. Soltanto nel periodo 2019-2020 i ricoveri di bambini di 10-12 anni sono cresciuti del 12% rispetto all’anno precedente.

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