Come togliere il pannolino senza creare traumi nei bambini? Esiste un momento più adatto per farlo e qual è l’atteggiamento più corretto che il genitore può assumere? Sono quesiti molto diffusi fra gli adulti alle prese con un così delicato momento di passaggio nella crescita del proprio figlio. «L’acquisizione della competenza di non fare più la pipì nel pannolino ma di utilizzare il vasino o il riduttore, per le culture occidentali (la parte del mondo benestante alla quale apparteniamo) si può verificare tra l’anno e mezzo e i due anni e mezzo di età», spiega la dott.ssa Daniela Callegari, specialista in Pediatra del Centro Medico Santagostino.
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Alla base: comunicare con il bambino
«Questa tappa dello sviluppo è strettamente legata alla buona capacità di comunicazione fra il bambino e i suoi genitori: se instaurata precocemente e coltivata nel tempo, renderà più facile il passaggio all’uso del vasino», continua l’esperta. La comunicazione è di due tipi: verbale e gestuale. Se da una parte è importante iniziare da subito a parlare al proprio bambino, stando alla sua altezza e guardandolo negli occhi, altrettanto lo è saper cogliere i segni che il bambino ci comunica attraverso il corpo, in particolare la mimica facciale e corporea.
«Se la comunicazione verbale non è ancora ben sviluppata (sulle pratiche quotidiane come mangiare, il vestire, i giochi), cominciare a parlare al bambino in occasione di questa tappa così complessa diventa sicuramente più arduo. Bisogna prevedere tempi più lunghi ma questa è la strada da percorrere: parlare con il proprio bambino, per ottenere la sua comprensione e collaborazione. Questo deve avvenire nel rispetto dei tempi di ogni singolo bambino poiché un atteggiamento di eccessiva pressione da parte dell’adulto potrebbe stimolare invece un comportamento oppositivo e non collaborativo».
Come togliere il pannolino ai maschietti e alle femmine
«L’uso del pannolino coinvolge lo schema corporeo del bambino, che lo percepisce portandolo dalla nascita come una parte del proprio corpo», spiega la specialista. Per questo motivo è molto importante che il bambino sia spinto ad imitare i genitori, che mostreranno concretamente l’uso del water. «Nella fascia di età che va dall’anno e mezzo in poi il bambino è molto affascinato da ciò che fanno gli adulti. Questo lo induce a volerne imitare gesti e comportamenti. Per rendere più facile al bambino l’imitazione, è meglio che sia il genitore dello stesso sesso a mostrare come si fa. Anche se per motivi igienici, negli ambienti casalinghi, in generale tutti dovremmo fare pipì da seduti».
Vasino o riduttore?
Ai bambini va lasciata la libertà di scegliere, proponendo un ambiente confortevole ed evitando confronti con cuginetti, amichetti, fratelli maggiori. «Ogni bambino ha il suo atteggiamento, non dobbiamo imporre nulla ma solo fargli delle proposte. Valorizziamo questo momento con frasi del tipo “Ora sei grande come mamma e papà”. È bene accettare di buon grado la possibilità che il bambino si rifiuti di fare quello che gli proponiamo. Se invece si ottiene il risultato, ricompensiamolo con grandi lodi e atteggiamenti di approvazione».
Quanto all’ambiente, sistemiamo il vasino nel bagno, con accanto libri o giochi di suo gradimento, per invogliare un momento che gli sia di piacere. «Diciamogli che la tazza è grande perché la usano mamma e papà, quella piccola (il vasino) è per lui. Se poi nella pratica, nel suo processo di imitazione, sceglie di usare il water grande, allora useremo il riduttore. Fondamentale in questo caso l’uso di uno sgabello per appoggiare i piedi. Il livello delle ginocchia deve essere più alto del punto vita perché sia efficace la funzione dei muscoli addominali. La posizione con i piedini penzolanti, invece, è da evitare perché può rendere difficile l’evacuazione. Se il bambino usa il vasino, la posizione corretta è spontanea, in quanto le ginocchia si trovano naturalmente più in alto rispetto al sederino».
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Come comportarsi e le parole da usare
L’uso del vasino va proposto, non deve essere un’imposizione. Se vediamo il bambino rosso in viso possiamo chiedergli: “Vuoi provare a sederti sul vasino?”. La chiave dell’atteggiamento corretto da tenere sta nella comunicazione e nel coinvolgimento del piccolo da parte dei genitori. Questi, osservando il figlio, possono essere in grado di cogliere i segni (gesti, mimica facciale) per individuare i momenti della giornata in cui fa pipì o cacca. A questo punto è preziosa, appunto, la comunicazione verbale, spiegando al bambino, con parole semplici, che se lo desidera esiste un’alternativa all’uso del pannolino.
«Quando l’uso del vasino entra nella sua routine, in altri momenti della giornata si può proporre, ad esempio: “Vuoi provare a fare pipì prima di uscire?”. È opportuno approfittare del fine settimana, nel quale si passa più tempo insieme, provando più volte l’esperienza di lasciare il bambino libero dal pannolino. Finché non acquisirà la consapevolezza che dal corpo esce il liquido (quindi facendo l’esperienza di bagnarsi gli indumenti), non potrà iniziare ad esercitare il controllo muscolare. Alcuni “incidenti” vanno necessariamente quindi messi in conto. Successivamente si può passare ad altri tentativi: “Proviamo se domani vai a scuola senza pannolino?”. Se il bambino acconsente si fa la prova, altrimenti non va forzato e si riproverà in seguito», consiglia la dott.ssa Callegari.
Come togliere il pannolino di notte
«Per provare a togliere il pannolino di notte, bisogna prima osservare due condizioni: che il bambino sia arrivato a farne a meno durante il giorno e che almeno per qualche mattina lo si è trovato con il pannolino asciutto. Si può allora provare a proporgli: “Cosa dici se togliamo il pannolino stanotte? Non ti preoccupare se ti bagni, poi ci cambiamo”. Si tratta di un passaggio più lungo e delicato: se il bimbo si rifiuta (magari dopo due notti fallimentari) è meglio assecondarlo e rivolgersi a lui dicendo “Va bene, lo rifaremo più avanti”».
Togliere il pannolino in inverno
«Non importa in quale stagione avviene il passaggio: è importante tenere come punto di riferimento invece l’età da cui iniziare la proposta (18-20 mesi). I genitori sono più propensi ad eliminare l’uso del pannolino in estate per comodità: maggiore tempo a disposizione e vestiti leggeri, semplici da lavare e fare asciugare».
Come togliere il pannolino: quanto tempo occorre?
Difficile quantificare il tempo che questo importante passaggio di crescita richiede. «Le variabili sono tante e molto dipende dall’abitudine alla comunicazione fra genitori e figlio. Anche il carattere del bambino può influire. Ci sono bambini più attivi motoriamente che possono avere una ridotta capacità di attenzione. Quelli invece dall’indole più pacata, magari maggiormente impacciati dal punto di vista motorio e invece più avanti nel linguaggio, potrebbero mostrarsi più ricettivi prima di altri», precisa la pediatra.
Il consiglio è quello di andare avanti per tentativi, con calma e pazienza, considerando che il tempo da investire potrebbe variare. «Ogni tanto fate l’esperienza di lasciare il bambino senza pannolino. State a vedere cosa succede e siate rassicuranti quando si verificano incidenti. Se vostro figlio si rifiuta di collaborare, meglio riprovare dopo qualche settimana, ma laddove il bambino si mostra collaborativo, nell’arco di qualche mese questo cambiamento può avvenire. In fase di apprendimento i tentennamenti sono normali, vanno accettati e non erroneamente interpretati come passi indietro», conclude la dott.ssa Callegari. Nel caso in cui si incontrassero particolari difficoltà, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio pediatra per individuare eventuali comportamenti, anche inconsapevoli, che potrebbero rivelarsi controproducenti.
Letture consigliate:
Liesbet Slegers, Mattia usa il vasino (Clavis, 2014)
Matthieu Maudet, Io vado! (Babalibri, 2015)
M. Williamson, Il vasino della principessa e Il vasino del pirata (Giunti Kids, 2013)
Fonte foto: Persone foto creata da alexeyzhilkin – it.freepik.com
(8 Maggio 2020)