All’inizio della fase 2 dell’emergenza sanitaria Covid-19 mancano ormai pochi giorni. La data del 4 maggio segnerà soltanto un parziale “ritorno alla normalità”, come confermano le nuove misure per il contenimento dell’emergenza, illustrate nel decreto del presidente del Consiglio del 26 aprile. Conviveremo infatti con il nuovo Coronavirus ancora a lungo. E questo significa non abbassare la guardia riguardo ai comportamenti da adottare, primo fra tutti il rispetto della distanza di almeno un metro fra le persone, e alle protezioni che siamo ormai abituati ad indossare quando dobbiamo uscire di casa per lavoro o motivi di assoluta necessità. I riflettori della fase 2 sono puntati particolarmente sulle fasce più deboli. I genitori si chiedono in quale modo proteggere i bambini e come agire quando si potrà uscire di casa con i propri figli piccoli.
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Bambini Coronavirus fase 2: mascherine, quando e come indossarle
«Le mascherine sui bambini, specie all’aperto, non sono necessarie tranne che nei casi di bambini fragili», spiega il dott. Vincenzo Tomaselli, specialista in Pediatria e Chirurgia Pediatrica del Centro Medico Santagostino. «I luoghi chiusi, diversi dalla propria abitazione, in questa fase andrebbero assolutamente evitati», precisa lo specialista. «Quanto al fare arieggiare la casa, è invece necessario, per almeno un’ora, due volte al giorno: si tratta di uno dei principi della sanificazione, applicato anche negli studi medici o nei pronto soccorso pediatrici».
ACP (Associazione Culturale Pediatri) – libera associazione che raccoglie 1.400 pediatri in 35 gruppi locali, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica e alla promozione della salute del bambino – ha condiviso un utile vademecum sull’uso delle mascherine nei bambini. Nella fase 2 tutti gli adulti dovranno continuare a portarle fuori casa, al fine di proteggere la comunità dalla diffusione del virus. Le indicazioni specifiche per i bambini sono state redatte sulla base delle recenti revisioni delle società scientifiche internazionali, come la American Academy of Pediatrics (AAP), il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e recentemente anche l’OMS.
Possiamo così riassumerle:
- I bambini con più di 2 anni possono indossare la mascherina.
- Per essere protettiva e sicura, la mascherina deve coprire bene naso e bocca e raccordarsi all’orecchio.
- Prima di indossarla bisogna lavarsi bene le mani, per almeno 20 secondi.
- Le mascherine vanno tolte rimuovendo prima il raccordo dietro le orecchie e poi sul davanti.
- La mascherina va indossata in luoghi in cui i bambini potrebbero avere difficoltà a rispettare una distanza di sicurezza, come in farmacia, nei negozi o negli studi medici.
Quando non è necessario l’uso della mascherina per i bambini
Secondo le raccomandazioni dell’ACP, le mascherine sui bambini non sono necessarie:
- In casa, se non ci sono malati
- Come detto, se il bambino ha meno di 2 anni
- Se un bambino è all’aria aperta e riesce a mantenere una distanza di almeno 2 metri dagli altri
- Nei bambini con difficoltà respiratorie
- Quando il bambino è incapace di rimuovere da solo la mascherina
Casi specifici e dimensioni delle mascherine
I bambini affetti da malattie croniche e ad alto rischio devono essere incoraggiati a indossare le mascherine Ffp2, che proteggono dalle infezioni chi le indossa. I familiari di questi bambini, se malati, devono indossare le mascherine chirurgiche, che invece proteggono gli altri, in questo caso i bambini fragili loro familiari.
La misura di una mascherina per bambini è 12×25 cm in media: la protezione va scelta in base all’età e deve sempre aderire bene al volto del bambino coprendo bocca e naso.
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Bambini Coronavirus fase 2: come comportarsi al parco
Quali luoghi privilegiare per le uscite con i piccoli? Riusciremo a far mantenere le distanze a bambini così piccoli? Con quale frequenza possiamo uscire? A questi interrogativi risponde lo specialista Vincenzo Tomaselli. «Più si sta all’aperto meglio è, i luoghi da evitare – come già precisato – sono quelli chiusi. Il ritorno alla vita sociale deve convivere con il fatto che il virus esiste e che il contagio non è abolito. Pertanto bisogna continuare a mantenere le distanze e usare le protezioni. Sarebbe meglio evitare le altre persone e usare i mezzi pubblici soltanto se realmente necessario. Il contatto sociale in questa fase rimarrà minimo o nullo, per tutelare la salute di tutti».
Giochi all’aria aperta e disinfettante a portata di mano
«I giochi del parco si potranno usare, ma da soli, non con altri bambini (fino al 18 maggio le aree attrezzate per i giochi dei bambini rimarranno chiuse ai sensi del dpcm del 26 aprile 2020, ndr). Non è realmente pensabile evitare che i bambini possano toccare le superfici. Subito dopo che hanno usato il gioco, disinfettiamo loro le mani con un gel a base alcolica. Una volta rientrati a casa, laviamo le mani, come si fa di consueto», aggiunge il dott. Tomaselli.
Come comportarsi quando si rientra a casa dalla passeggiata?
«A parte il lavarsi bene le mani non serve fare altro, perché si è stati fuori, all’aria aperta. L’importante è non essere entrati a contatto con altre persone e non essere stati in luoghi chiusi come ad esempio un bar o un negozio. Quando si ha la necessità di fare acquisti, sarebbe preferibile farlo senza i bambini e in ogni caso adottare tutte le necessarie precauzioni che abbiamo elencato», precisa il dott. Tomaselli.
Bambini Coronavirus fase 2, come convincerli a tenere la mascherina?
«Premesso che la mascherina non va messa ai bambini piccoli perché non sono in grado di tenerla nel mondo corretto, consiglio di utilizzarla in età scolare, quindi dai 6 anni in su», suggerisce il pediatra. «Coinvolgiamo i bambini nella lotta al “virus cattivo”, in qualità di guerrieri con la mascherina a fare da scudo». (Ai sensi del suddetto dpcm, “Non sono soggetti all’obbligo [di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto] i bambini al di sotto dei sei anni, ndr).
Coronavirus nei bambini: la sintomatologia non è grave
«La sintomatologia è poco grave tra i bambini, soprattutto nel primo anno di vita. Il problema che va attenzionato è invece che i più piccoli diventano “portatori sani” del virus», precisa lo specialista. «Questo è un messaggio molto importante che deve essere chiaro ai genitori: l’infezione da Coronavirus nei bambini non è grave e il numero delle ospedalizzazioni è esiguo».
I dati del quadro epidemiologico della situazione pediatrica in Italia è stato riassunto da Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), durante la conferenza stampa della Protezione Civile di sabato 11 aprile. “Poco più di duemila diagnosi nei soggetti tra 0 e 18 anni con circa 400 casi distribuiti uniformemente per ogni fascia di età: fino al primo anno di vita, 2-6 anni e 7-11 anni, tranne per quella 12-18 in cui sono stati registrati all’incirca 900 casi”. Questi i numeri resi noti da Villani, che è anche membro del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza Coronavirus. Il presidente della Sip ha parlato anche delle ospedalizzazioni pediatriche per Covid-19, il 7% del totale dei pazienti ricoverati in età pediatrica, e nessun caso critico.
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Credits foto: Bambino foto creata da bearfotos – it.freepik.com
(27 Aprile 2020)