Famiglia

Cyberbullismo, sexting, violazione della privacy: genitori impreparati sul digitale

Dallo studio condotto da Telefono Azzurro con Doxa Kids, in occasione del Safer Internet Day, emerge da parte di famiglie e insegnanti il bisogno di una formazione più adeguata su temi come cyberbullismo, hate speech e sextortion e in generale sui rischi della Rete

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Cyberbullismo, sexting, violazione della privacy: genitori impreparati sul digitale

Preoccupati e poco consapevoli dei pericoli della Rete. Appaiono così i genitori intervistati nell’ambito della ricerca di Telefono Azzurro & Doxa Kids 2020, presentata in occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea nel 2004. In questa diciassettesima edizione emerge chiaramente il bisogno di una seria formazione digitale da parte degli adulti, genitori e insegnanti.

Il campione

Obiettivo della ricerca è quello di fotografare la percezione degli adulti riguardo all’utilizzo del web e dei social da parte dei minori. Il focus è la centralità degli adulti come figure di riferimento per bambini e adolescenti: per indagarne il punto di vista sono state realizzate interviste tramite questionari online (metodo CAWI).
Il campione comprende 650 genitori, con figli di età compresa fra 12 e 18 anni, e 350 insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

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I dati del centro di ascolto

Al numero 1.96.96, quello del centro di ascolto e consulenza di Telefono Azzurro – dal 1987 al fianco di bambini e adolescenti in difficoltà – nel 2019 sono giunti 157 casi riguardanti problematiche dell’online, nel 64% dei casi segnalati da bambine o ragazze. Cyberbullismo, sexting, violazione della privacy, i rischi maggiori per i minori.

Impreparato quasi un genitore su tre

Il 30% dei genitori dichiara di non essere adeguatamente competente sulle tematiche dell’online, in particolare cyberbullismo, incitazione al suicidio e autolesionismo, hate speech e sextortion. Il timore più diffuso è che i figli si imbattano in contenuti della Rete che esaltano anoressia, autolesionismo, suicidio (21% delle risposte) o che siano esposti a contenuti pornografici (18%) o immagini drammatiche o violente. Quali temi vorrebbero approfondire? Cyberbullismo (24%), bullismo (24%), suicidio e autolesionismo (19%), hate speech (19%), sextortion (19%) sexting (6%), privacy nell’online (17%).

Anche gli insegnanti manifestano un bisogno di formazione: per il 46% degli intervistati, inadeguata quella ricevuta sui percorsi di segnalazione di casi di violenza, pericolo, pregiudizio. Anche i docenti temono che gli studenti possano visionare contenuti pericolosi e che inducono a pratiche anticonservative o pornografici (20% circa delle risposte). Vorrebbero ricevere maggiore preparazione sulla salute mentale di bambini e adolescenti (50%), le tecnologie digitali e la sicurezza online (40%), il bullismo (36%), gli abusi e i maltrattamenti a danno di bambini e adolescenti (18%).

Età di accesso ai social

Fra i genitori, il 48% del campione  pensa che il proprio figlio sia in grado di utilizzare consapevolmente i social dai 16 anni; per il 26% questo momento arriva invece alla soglia dei 13 anni. Il 16% dichiara che la consapevolezza venga raggiunta con la maggiore età. D’altro canto, il 45% ha detto di aver permesso almeno una volta al proprio figlio di utilizzare un’app senza controllarne il limite di età per la fruizione.

Quanto se ne parla a casa e a scuola?

Al 42% dei genitori è capitato di parlare ai propri figli di bullismo, al 38% di cyberbullismo, al 22% di fake news. Meno affrontate le tematiche relative alla sessualità, come l’orientamento sessuale (15%), il sexting (14%), rapporti intimi e contraccezione (13%), sextortion (6%).
Parzialmente diversa la situazione nelle aule scolastiche. Il 51% degli insegnanti ha parlato di bullismo, il il 35% di cyberbullismo, il 13% di problemi relativi alla sessualità e soltanto il 5% ha affrontato il tema del sexting.

Minori e pornografia online

Appare condiviso il parere sulla pornografia online come fattore potenzialmente dannoso per i minori. Il 41% dei genitori e il 43% degli insegnanti ritiene che bloccare i siti pornografici e/o violenti contribuirebbe a una maggiore sicurezza per i ragazzi.
Fra i docenti, il 67% ritiene che sia compito della scuola affrontare adeguatamente tali argomenti.

Una sfida da condividere

Visione comune, tra le famiglie e i docenti, anche riguardo alla richiesta di una scuola più attenta alle tematiche del digitale. I genitori auspicano una scuola che insegni a proteggersi dai rischi della Rete (39%) e docenti più aggiornati sulle tecnologie (22%). Anche gli insegnanti (43%) pensano che a scuola vada posta una maggiore attenzione alle innovazioni tecnologiche.

«È necessario affrontare il tema del rapporto dei bambini e degli adolescenti con il digitale con competenze sempre più specifiche e validate», il commento di Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Occorre un approccio interdisciplinare, «trasferendo tali competenze anche nella formazione ai professionisti e di tutta la società civile», con la partecipazione attiva di bambini e adolescenti.

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