I sintomi dell’allergia possono presentarsi a qualsiasi età, inclusa l’età pediatrica. Anche i più piccoli possono manifestare allergie alimentari, dermatite allergica da contatto, rinite o addirittura asma (o bronchiti asmatiformi) provocata da sensibilizzazione agli allergeni inalanti. In tutti questi casi è necessario eseguire le prove allergiche per i bambini e identificare il fattore scatenante, nonchè la corretta strategia di intervento.
La visita medica specialistica per valutare i sintomi
Come per gli adulti, per il corretto inquadramento della condizione clinica e del sospetto diagnostico è necessaria un’accurata visita medica dallo specialista. Infatti, la raccolta anamnestica è quella che successivamente suggerirà il corretto iter diagnostico da seguire. Molto spesso la tentazione di risolvere il problema velocemente porta a trovare rimedi che possono avere un effetto nell’immediato, ma che non si rivelano risolutivi nel lungo termine.
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Prove allergiche ai bambini: a quali sintomi prestare attenzione
Trovare il fattore scatenante di una reazione allergica non è facile. Il nostro sistema immunitario viene continuamente sollecitato da sostanze che possono costituire potenziali allergeni: gli acari della polvere e l’allergia alimentare rientrano tra gli esempi più frequenti, ma è difficile determinare la sostanza precisa responsabile di tali reazioni. Per questo è importante, in caso di allergie, prestare attenzione ai sintomi e ricordare quali sono le informazioni che risultano preziose per il medico:
- Il diario alimentare: per esempio, tutte le volte che mangia un’arachide diventa rosso e lamenta prurito. In questi casi è bene tenere presente che alcune reazioni allergiche agli alimenti possono insorgere anche molte ore dopo l’assunzione di un determinato cibo, quindi può non risultare facile determinare con sicurezza l’agente scatenante.
- La frequenza della sintomatologia: per esempio, ogni primavera lacrimano gli occhi e starnutisce quando siamo al parco.
- La ricerca del fattore scatenante: per esempio: la pelle del mio bambino si irrita sempre quando uso una certa marca di pannolino.
Queste informazioni, oltre che a guidare alla corretta selezione degli esami da eseguire, alcune volte sono addirittura sufficienti per la diagnosi.
Come si fanno le prove allergiche: i test cutanei ed esami ematici
I test per identificare l’allergene responsabile di una reazione vengono ormai svolti da molti anni e le tecniche si sono molto affinate e velocizzate. Esistono due tipi di prove diagnostiche: l’esame del sangue, effettuati con un semplice prelievo e detti anche ematochimici, e i test cutanei, che si basano su test di provocazione dell’allergia ad opera di varie sostanze. A loro volta i test cutanei possono essere di rapida lettura oppure a lettura ritardata.
- Skin prick test. In questo caso il medico procede applicando una piccola goccia dell’allergene (inalanti oppure alimentari) a livello della cute e praticando una leggera incisione. In caso di positività si crea un piccolo rilievo (pomfo) in corrispondenza al punto di iniezione. La lettura avviene dopo 15 minuti circa.
- Patch test. I test cutanei a lettura ritardata si effettuano nel caso di sospetta dermatite da contatto. Si tratta di cerotti suddivisi in piccole parti. Ogni parte contiene una sostanza che, applicata sulla pelle, può dare una reazione allergica dopo diverse ore. Il medico applica i test sulla schiena del paziente e la lettura si effettua dopo almeno 48 ore dall’applicazione del cerotto.
- Esami ematochimici. In Allergologia si eseguono esami su campioni di sangue per la determinazione quantitativa degli anticorpi IgE specifici (gli anticorpi che provocano le reazioni allergiche) verso i differenti allergeni. Si tratta di un esame di secondo livello, eseguito in previsione di un’eventuale immunoterapia specifica per gli allergeni inalanti. Gli esami ematochimici attualmente disponibili sono in grado di determinare la sensibilizzazione verso diverse componenti allergeniche, come gli allergeni alimentari o quelli derivanti dalla presenza di animali domestici, importanti ai fini della prognosi.
Quando si possono fare le prove allergiche ai bambini?
Le prove allergiche vanno eseguite soltanto dopo l’insorgenza di una sintomatologia compatibile con una reazione allergica. Lo specialista identificherà quindi accuratamente i test e cercherà di sottoporre il meno possibile il piccolo paziente ad esami inutili. Le prove cutanee ma anche sierologiche vanno eseguite in genere dopo i 3 anni di età ma dipende dai casi e dalla storia clinica di ogni soggetto.
I test cutanei si fanno in ambito ambulatoriale e sono esami pressoché sicuri; ciò non esclude eventuali reazioni avverse, che sarà lo specialista stesso a gestire. L’accurata selezione degli esami da eseguire durante la visita specialistica è di primaria importanza onde evitare reazioni indesiderate.
È necessaria l’astensione da farmaci prima delle prove allergiche?
Importante è ricordarsi che prima dell’esecuzione degli esami cutanei va sospesa l’eventuale terapia antistaminica almeno 5 giorni prima dei test. Per i test sierologici invece non ci sono restrizioni, possono essere effettuati in qualsiasi momento.
Quanto costa un test per l’allergia? L’ambulatorio di allergologia pediatrica
Presso il Centro Medico Santagostino è attivo l’ambulatorio di Allergologia pediatrica in cui vengono effettuati i test diagnostici (prick test) per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari. A partire dai 6 anni d’età, è anche possibile valutare la funzione respiratoria, mediante la spirometria, un esame che permette di capire se un soggetto allergico è anche asmatico. Al Centro Medico Santagostino, la visita allergologica pediatrica costa 65 euro.
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(22 Maggio 2020)