Proteggere i propri figli dalle malattie prevedibili è certamente una priorità per qualsiasi genitore, anche se negli ultimi anni è cresciuta la preoccupazione relativa alla sicurezza dei vaccini: si temono reazioni avverse o l’insorgenza di gravi patologie.
Ecco perché nel corso del tempo sono sorti diversi movimenti “anti-vaccini”, che si oppongono all’obbligo vaccinale invocando libertà di scelta al riguardo.
Dal 2011 la copertura vaccinale per alcune malattie in Italia è scesa, provocando l’aumento dei casi di infezione. Nel giugno 2017 è stato emanato un Decreto-legge in materia di prevenzione vaccinale che ha reso obbligatori dieci vaccini e ne ha fortemente raccomandate altre a offerta attiva e gratuita.
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Quali sono i vaccini obbligatori in Italia
Il cosiddetto Decreto vaccini, convertito successivamente in legge il 31 luglio 2017, ha aumentato da 4 a 10, in base all’anno di nascita, il numero di vaccinazioni obbligatorie per i minori da 0 a 16 anni. I vaccini obbligatori nel nostro Paese sono ora:
- anti-poliomielitica
- anti-difterica
- anti-tetanica
- anti-epatite B
- anti-pertosse
- anti-Haemophilus influenzae tipo b
- anti-morbillo
- anti-rosolia
- anti-parotite
- anti-varicella
Occorre specificare che l’obbligatorietà per le ultime quattro patologie è soggetta a revisione ogni tre anni in base ai dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte e che la vaccinazione contro la varicella è obbligatoria solo per i nati dal 2017 in poi.
Quali sono i vaccini consigliati in Italia
Oltre a quelli obbligatori, ci sono vaccini consigliati, offerti gratuitamente da Regioni e Province autonome:
- anti-meningococcica B
- anti-meningococcica C
- anti-pneumococcica
- anti-rotavirus
Alcune di queste vaccinazioni o i rispettivi richiami sono offerti in maniera gratuita anche agli adolescenti, per cui è disponibile anche il vaccino anti-HPV contro il Papilloma virus e quello anti-meningococcico tetravalente.
Gli over-65 possono usufruire gratuitamente di anti-pneumococcica, anti-zoster e anti-influenzale, come si legge nel Calendario vaccinale, incluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019.
La paura dei vaccini
Negli ultimi anni, diverse persone, associazioni ed esponenti politici hanno non solo messo in dubbio l’efficacia dei vaccini, ma in alcuni casi ipotizzato la loro pericolosità. La paura dei vaccini è stata sostenuta da diverse associazioni definite genericamente anti-vaccini. Queste entità si definiscono “no-vax” o “free vax” e si dichiarano contrarie, per diversi motivi, all’obbligo vaccinale.
Le paure principali sono:
- La correlazione tra vaccini e autismo o altri danni neurologici
- Il presunto aumento della possibilità di “morte in culla” per i neonati
- Il sovraccarico del sistema immunitario
Effetti collaterali dei vaccini
I dati della comunità scientifica smentiscono però una presunta pericolosità dei vaccini. Come si legge nel “Rapporto Vaccini 2017” dell’Aifa, Agenzia italiana del Farmaco, sono di norma molto lievi gli effetti collaterali dei vaccini: nel 2017 sono state segnalate 6.696 reazioni avverse legate ai vaccini, il 79% delle quali è stato classificato come “non grave”.
Si tratta soprattutto di febbre, reazioni locali, reazioni cutanee generalizzate. In casi più rari possono verificarsi irritabilità, condizioni allergiche, vomito, dolore, pianto, sonnolenza e cefalea, reazioni comunque riportate nel foglio illustrativo prodotto dalI’Istituto Superiore di Sanità, che sul suo portale smentisce inoltre alcune considerazioni riguardo la pericolosità dei vaccini non suffragate da adeguati studi scientifici.
I vaccini sono sicuri e non sono correlabili ad autismo o altri danni neurologici, non aumentano la possibilità di “morte in culla” per i neonati, né sovraccaricano il sistema immunitario.
Al contrario, può essere preoccupante il calo della cosiddetta “immunità di gregge”: se il 95% dei bambini riceve due dosi di vaccino, la popolazione è più protetta nel suo complesso, compresi gli individui che non possono essere vaccinati per gravi deficienze del sistema immunitario e gli adulti non immuni. Scendendo sotto questa soglia, il virus riprende a circolare e i casi aumentano: è successo con il morbillo, che nel 2017 ha fatto registrare quasi 5mila casi, il quadruplo dell’anno precedente.
Danni da vaccino: le statistiche
Come spiega il dottor Alessandro Lizioli del Centro Medico Santagostino, tutte le segnalazioni di possibili danni da vaccino vengono vagliate attentamente da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, che le classifica come effetto collaterale, reazione avversa o non correlata.
Nel primo caso, si hanno dei disturbi provocati dal sistema immunitario, attivato per produrre gli anticorpi necessari contro la malattia vaccinata. Per definire una reazione avversa, che al contrario non può essere prevista, bisogna considerare i criteri di temporalità e correlazione biologica.
I danni da vaccino, per essere considerati tali devono insorgere in un periodo di tempo limitato dopo l’iniezione e rispondere a un nesso di causalità con il vaccino stesso: non per forza chi si ammala dopo il vaccino si ammala per colpa del vaccino. L’Iss classifica ogni segnalazione come correlabile (plausibile associazione fra vaccino e reazione avversa), non correlabile, o indeterminata (l’associazione temporale è compatibile ma le prove non sono sufficienti a dimostrare la causalità).
Secondo Mario Melazzini, il direttore generale di Aifa, non è assolutamente in dubbio il “rapporto beneficio rischio dei vaccini utilizzati”: i bambini non vaccinati sarebbero meno protetti contro le infezioni naturali e aumenterebbero i casi di malattie facilmente evitabili con un’adeguata copertura vaccinale.
(19 Dicembre 2018)