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La scoliosi nei bambini: che cos’è e come si cura

La ginnastica posturale è utile? Quando bisogna mettere un busto ortopedico? Gli sport asimmetrici hanno un’influenza negativa? Tutto quello che c’è da sapere sulla scoliosi

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La scoliosi nei bambini: che cos’è e come si cura

Quando si parla di scoliosi nei bambini e in età adolescenziale, la confusione dei genitori è tanta. Si additano come presunti responsabili zaini pesanti e sport asimmetrici ma si ignora che la scoliosi in molti casi non dà nessun sintomo. Facciamo chiarezza con il dottor Paolo Carlo Prina, Ortopedico del Santagostino a Milano.

Che cos’è la scoliosi?

“Possiamo definire la scoliosi come una deformità tridimensionale della colonna vertebrale. Con questo termine intendo il fatto che la colonna vertebrale si deforma sul piano frontale, laterale e trasversale. Subisce quindi delle deviazioni su tutti i piani dello spazio: si tratta di una deformità complessa: le scoliosi possono essere più o meno correggibili”.

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Ci sono varie tipologie di scoliosi?

“Esistono delle scoliosi di tipo funzionale e delle scoliosi ‘strutturate’, cioè rigide e di più difficile correzione.

Le scoliosi funzionali sono legate a delle alterazioni che possiamo definire semplici e di minor gravità, come ad esempio il fatto di avere un arto più corto dell’altro, fatto questo abbastanza frequente ma assolutamente asintomatico e non visibile a prima vista.  I genitori e il pediatra potrebbero non essersene mai accorti, perché la differenza tra i due arti potrebbe essere anche solo di un centimetro, che di per sé non è un grosso problema.

Questa situazione però crea appunto una dismetria tra gli arti con l’inclinazione involontaria del bacino, con la conseguenza che la colonna si inclina, creando poi una curva di compenso sempre a livello vertebrale e quindi una doppia curva scoliotica (curva primaria e curva di compenso). Il risultato però è una scoliosi seppur correggibile. Per correggerla, si deve semplicemente porre un rialzo dalla parte ipometrica (quella più corta) riallineando quindi il bacino e rimuovendo la causa di scoliosi. Ma questo è necessario farlo prima che la deviazione si irrigidisca e diventi strutturata. Ecco quindi perché si deve ravvisare precocemente.

Il rialzo adottato consiste in una semplice soletta nella scarpa. Questa non andrà portata tutta la vita: in genere può essere rimossa quando si è arrivati alla maturità scheletrica e non si ha più il rischio di peggioramento.

La scoliosi strutturata è tutt’altro. Si tratta di una deformità permanente, che spesso ha un segno caratteristico costante, il “gibbo” (chiamato volgarmente gobba). L’incidenza è dello 0.5% della popolazione infantile.

La scoliosi strutturata può essere di due tipi:

  • Idiopatica che ha una causa sconosciuta: può essere multifattoriale e rappresenta il 70% di tutte le scoliosi
  • Secondaria ovvero emersa in relazione a patologie di una certa gravità. Paresi in età infantile, cerebropatie neonatali, patologie di tipo neuromuscolare come la SMA (Atrofia Muscolare Spinale), malattie rare oppure ancora, ustioni o tumori”.

Quali sono i sintomi della scoliosi nei bambini? 

“Ci sono delle patologie genetiche che determinano la scoliosi sin da dopo la nascita. Ad esempio, un bambino con la SMA o la neurofibromatosi ha buone (se non sicure) probabilità di sviluppare una scoliosi grave.

In assenza di patologie genetiche, bisogna tener presente che la scoliosi in fase iniziale generalmente non dà nessun sintomo. Qualche volta il bambino o il ragazzo può lamentare dei dolori alla regione dorso lombare, ma frequentemente si tratta soltanto delle mialgie legate alla postura e allo sforzo o a fattori innocui.

Ai genitori consiglio anzitutto di capire se c’è familiarità: chi ha parenti con scoliosi dovrebbe portare il bambino ad una visita preventiva, dai 3 agli 8 anni, perché ci potrebbe essere ereditarietà.

L’altro consiglio che mi sento di dare è quello di affidarsi ai pediatri di base che hanno la funzione di scoprire delle piccole alterazioni che possono indurre a mandare il bambino dallo specialista.

Ci sono anche quelli che possiamo chiamare ‘collaboratori involontari’, ovvero società di calcio, ginnastica e pallavolo che sottoponendo i bambini ad una visita prima di iniziare lo sport, potrebbero notare delle alterazioni”.

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Che cosa potrebbe favorire l’insorgere della scoliosi nei bambini? Gli zaini pesanti? gli sport asimmetrici?

“Tutti gli sport giovano ai bambini, tennis compreso. Certamente posso dire che in caso di sport asimmetrici bisogna tener presente che, se vengono spinti agli eccessi, possono provocare delle alterazioni più o meno importanti. La stessa ginnastica artistica se praticata ‘all’eccesso’ può portare alterazioni.

Lo zaino, se viene portato in maniera adeguata, poggia su entrambe le spalle e quindi non dovrebbe creare problemi scoliotici. Suggerisco a tal proposito alcune accortezze, quando riempite uno zaino: mettete i libri più pesanti vicino alla schiena e i pesi leggeri come quaderni e astucci, più lontano. In questo modo la parte più pesante è più aderente alla colonna vertebrale. Lo zaino poi deve stare al di sopra della linea del bacino, sopra i glutei.

Di per sé non può provocare la scoliosi in un soggetto non predisposto, ma chi è predisposto per la scoliosi idiopatica potrebbe avere l’esordio se, tra gli altri comportamenti scorretti, porta anche male lo zaino”.

Quali cure per la scoliosi nei bambini?

Cosa bisogna fare se il proprio figlio ha la scoliosi?

  1. “Innanzi tutto bisogna fare una corretta diagnosi e prenderla in tempo. Il momento più importante è nella fase pre-puberale e puberale, ovvero 9-11 anni per le femmine e 10-13 anni per i maschi: questa è una età-fulcro. Bisogna poi tenere presente che anche le scoliosi idiopatiche possono avere dei peggioramenti repentini e quindi i bambini e i ragazzi che hanno una iniziale scoliosi di dubbia natura devono essere controllati ogni 3-6 mesi. La valutazione di una scoliosi si fa clinicamente con uno specialista ortopedico in grado di effettuare una corretta visita, valutare adeguatamente l’asse della colonna e individuare quei segni tipici di scoliosi che possano rapidamente peggiorare nel tempo.
  2. Una volta fatta la visita, per i soggetti che presentano deformità anche in fase iniziale può rendersi necessaria l’indagine radiodiagnostica. Questa indagine si fa attraverso una teleradiografia della colonna vertebrale in toto e in posizione eretta, che evidenzia in un’unica radiografia tutta la colonna vertebrale, compreso il bacino.
  3. Da questa teleradiografia, il radiologo e  l’ortopedico possono fare alcuni calcoli rispetto alle curve presenti e fare una misurazione specifica che è utile per eventuali decisioni terapeutiche, chiamato “angolo di Cobb”. Questo può essere di 0 gradi fino a 50 gradi e oltre (scoliosi molto gravi). L’angolo di Cobb è messo in relazione all’età del soggetto e alla maturità scheletrica: questa la si può evincere dalla stessa radiografia, perché nel bacino esiste un nucleo di accrescimento, suddiviso in 5 fasi, che si chiama Risser. Più il Risser è zero più una scoliosi iniziale ha possibilità di peggiorare, ovviamente più è vicina al 5 meno possibilità di peggioramento avrà in quanto a fine maturazione.
  4. Il quadro completo della situazione ci guida a decidere l’eventuale trattamento. Molte scoliosi possono essere tenute sotto controllo senza necessariamente fare trattamenti. Indubbiamente bisogna stimolare i bambini a fare un’attività sportiva che gli piaccia (sicuramente le attività di spinta verso l’alto, come pallavolo, basket, nuoto a stile libero vanno benissimo).Ci sono poi delle scoliosi che devono essere tenute sotto controllo ogni 3 – 6 mesi. Se si evidenzia un peggioramento, si può decidere per l’applicazione di un corsetto ortopedico”.

Ci sono degli esercizi che si possono fare per la scoliosi? La ginnastica posturale è indicata?

“La ginnastica posturale per molti colleghi non ha alcuna funzione correttiva, per altri ortopedici può essere uno stimolo per mantenere tonicità ed elasticità. Sicuramente non ha una grande funzione sulla correzione delle curve scoliotiche. Se una scoliosi è destinata ad aggravarsi, la ginnastica posturale non riesce a tenere sotto controllo il peggioramento.

Io in genere non consiglio di farla: è un impegno economico e orario eccessivo rispetto all’efficacia. Piuttosto scegliere uno sport che si ama e fare controlli regolari”.

Lei consiglia il busto ortopedico?

“Il corsetto ha senz’altro una funzione molto più efficace: se non corregge, per lo meno controlla le curve. Bisogna fare molta attenzione a decidere di applicarlo. Bisogna tenere presente che va portato circa 18 ore/die (come minimo) sulle 24 e va tenuto fino alla completa maturazione scheletrica. Queste indicazioni creano un notevole peso psicologico sul ragazzo o sulla ragazza adolescente. Per questo va dato sono in casi mirati. Le decisione  dipende dal tipo di curva, dalla gravità, dalla presenza di un gibbo, dalla deformità della colonna, dall’età del soggetto e appunto dal Risser.

Se si decide per un corsetto, che generalmente si adatta bene sotto i capi vestiari, lo si fa poi costruire ai tecnici Ortopedici specializzati. Sono possibili vari modelli: alcuni di questi negli anni sono stati abbandonati perché troppo voluminosi e costrittivi. Un corsetto sicuramente molto utilizzato è il corsetto di Cheneau. È plastificato e, come detto sopra, si nasconde bene sotto i vestiti. Sicuramente è costrittivo perché limita molto i movimenti ma è efficace sulle curve che sono purtroppo da trattare in questo modo”.

Ci sono casi in cui è indicato l’intervento chirurgico?

“Fortunatamente sono pochi. Nei casi di scoliosi idiopatiche trattate in ritardo che arrivano ad un angolo di Cobb di 45 gradi può essere indicato un intervento chirurgico che di solito ha buona efficacia.

Questo perché i sistemi da applicare con tecniche innovative comportano correzioni mediante tensori appositi che si applicano alle curve scoliotiche in modo selettivo e adesi alla colonna vertebrale.

Negli altri casi, quelli molto gravi di tipo neuromuscolare, le correzioni prevedono sistemi metallici. Questi vengono applicati per poter permettere il sostegno della colonna e una parziale correzione della curva. Inoltre ci sono delle barre metalliche che possono essere allungabili e quindi possono seguire passo dopo passo l’accrescimento.

Per concludere. direi che i punti chiave sono come sempre la prevenzione e l’eventuale trattamento precoce. Più che mai i genitori, gli insegnanti di educazione fisica, i pediatri, gli allenatori, i preparatori atletici, possono giocare un ruolo fondamentale nel prevenire la scoliosi”.

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Foto di cottonbro da Pexels