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Pubblicato inGenitori

Scatti di crescita, cosa sono e come gestirli

Gli scatti di crescita, che durano da qualche giorno fino ad una settimana, si manifestano a partire dal primo anno di vita. In cosa consistono esattamente? E quali conseguenze determinano per i bambini?

scatti di crescita cosa sono

Gli scatti di crescita sono dei salti in avanti nello sviluppo, relativi all’aspetto fisico, motorio, psico-emotivo o cognitivo, che si verificano in alcune fasi precise del processo di crescita del bambino.

Indipendentemente dall’ambito che interessa lo scatto di crescita, saranno coinvolti anche tutti i rimanenti ambitiDaniela Callegari, specialista in pediatria del Santagostino, racconta come riconoscere gli scatti di crescita e come affrontarli al meglio.

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Quando e come avvengono gli scatti di crescita nel neonato?

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Gli scatti di crescita possono essere definiti come delle accelerazioni, dei picchi nel percorso di sviluppo del bambino. Hanno iniziato nelle prime settimane di vita e terminano durante la pubertà quando avviene l’ultimo scatto che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Nei neonati e nei lattanti, rappresentano dei momenti di progresso, perché si risolvono nella conquista di una maggiore autonomia. T. Berry Brazelton, pediatra americano, ha studiato a lungo queste tappe, che chiama touchpoint, e i loro segni premonitori: agitazione, eccitazione, rottura dei precedenti schemi di comportamento. Si tratta di periodi che possono comportare delle difficoltà per i genitori. Il bambino sembra fare un passo indietro, per poi slanciarsi in avanti alla conquista di un nuovo traguardo.

Come capire se è uno scatto di crescita?

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Gli scatti di crescita nei neonati sono solitamente accompagnati da alcuni sintomi rivelatori. Il bambino assume in genere un comportamento turbolento e ha:

  • una maggiore facilità al pianto
  • alterazioni dello stato di sonno o dei momenti di calma
  • maggiore richiesta di latte, sebbene talvolta possa verificarsi l’opposto
  • maggiore bisogno di rassicurazione
  • diminuzione dell’autonomia.

Cosa deve fare il genitore in queste circostanze?

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Il genitore deve porre attenzione alle variazioni di comportamenti del bambino. Così saprà riconoscere questi momenti di svolta e non si lascerà prendere dalla preoccupazione. È importante avere consapevolezza del fatto che il bambino, in queste circostanze, si sta preparando a un nuovo passo della sua crescita.

Pertanto è fondamentale non diventare preda dell’ansia o reagire in modo rigido. È bene piuttosto accogliere l’aumentata richiesta di nutrimento e attenzioni da parte del piccolo, per soddisfarne le esigenze in quel particolare momento.

In caso di allattamento al seno, una volta appurata la correlazione tra i segnali sopracitati e la maggiore domanda di latte, si consiglia di assecondare le richieste del bambino concedendo un allattamento più frequente. Non c’è motivo di temere che la produzione di latte sia insufficiente se il bambino continua a produrre ogni giorno 5-6 pannolini sporchi, le feci sono di colore giallognolo e le urine limpide. Le poppate più frequenti serviranno infatti a stimolare la produzione di latte.

Allo stesso modo, qualora il piccolo venga alimentato con latte artificiale, la soluzione migliore è andare incontro ai suoi bisogni aumentando temporaneamente la quantità di formula. Successivamente, terminato lo scatto di crescita, si potrà tornare alle quantità di latte consuete.

In caso di allattamento misto, parte al seno parte con latte artificiale, la scelta più efficace è quella di attaccare il bambino al seno e integrare eventualmente con formula, se al termine della poppata il piccolo appare ancora affamato.

Quanto al comportamento più nervoso e irrequieto del bambino, può aiutare tenere a mente che si tratta di fasi momentanee, destinate ad esaurirsi e a lasciare spazio a un nuovo equilibrio.

Ad ogni modo, nel caso in cui si vogliano sciogliere dei dubbi o anche solo ricevere rassicurazioni sul da farsi, il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio pediatra.

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Quali sono i mesi degli scatti di crescita?

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È importante fare una premessa. Esistono degli schemi che segnalano, mese per mese, gli scatti di crescita cui vanno incontro i neonati, ma è bene ricordare che ogni gravidanza segue regole proprie e può essere caratterizzata da tempistiche particolari. Per questa ragione non è consigliabile inquadrare entro rigide finestre temporali prefissate gli scatti di crescita. Nel fare questo, infatti, il rischio è quello di suscitare inutili ansie e sentimenti di inadeguatezza nei genitori che non vedono i propri bambini conformarsi a quei parametri.

Con questa consapevolezza, vediamo dunque più in dettaglio quali sono in linea generale i periodi di riferimento in cui si verificano gli scatti di crescita e quali cambiamenti portano.

Ecco una tabella riassuntiva degli scatti di crescita nel neonato e a seguire un’analisi dei più importanti momenti di passaggio.

Età del Neonato Descrizione dello Scatto di Crescita
1-2 settimane Aumento dell’appetito e della durata delle poppate
1 mese Aumento del sonno, maggiore attività e allerta
2 mesi Miglioramento della coordinazione occhio-mano
3 mesi Crescita rapida, possibile aumento dell’appetito
4 mesi Maggiore interesse sociale, scoperta delle mani
6 mesi Inizio della dentizione, introduzione di cibi solidi
8-10 mesi Crescita fisica e sviluppo motorio significativi
12 mesi Maggiore indipendenza, inizio del cammino

Il primo scatto di crescita

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Il primo scatto di crescita accade nelle prime settimane dopo la nascita. Riguarda gli sforzi del neonato per sviluppare un buon adattamento alla sua alimentazione, tanto al seno quanto al biberon.

In questa fase è di grande importanza per l’equilibrio del neonato apprendere a regolare la sua famelicità. I diversi piccoli disturbi della digestione (emissione di aria, rigurgiti), la capacità di tenere gli intervalli e, nel caso dell’allattamento al seno, imparare a tenere distinti due bisogni primari: nutrirsi ma anche succhiare. Azione, quest’ultima, che ha in sé una potente azione calmante.

Quanto dura questo scatto e come si manifesta?

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Questa fase va da pochi giorni a una, due settimane. È accompagnata da irrequietezza e instabilità del neonato.

I suoi frequenti pianti, all’apparenza ingiustificati, esprimono proprio la fatica di conquistare un buon equilibrio. I genitori spesso identificano questo periodo con il periodo delle coliche gassose, che hanno poco a che fare con i disturbi intestinali. I piccoli invece esprimono nel pianto, specie serale, la stanchezza di questo impegno neurologico. Ma una volta raggiunto l’obiettivo, il bambino avrà una maggiore autonomia e capacità di autoregolazione fra i bisogni di nutrimento, sonno e l’avere momenti di veglia quieta.

Scatto di crescita dei 3 mesi, quanto dura?

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Possiamo identificare un secondo scatto di crescita, comune ai lattanti. Avviene intorno ai tre mesi di età e coincide con lo sviluppo e l’acuirsi del senso della vista.

Il neonato è progressivamente in grado di vedere fino a qualche metro. Tutto un mondo, prima avvolto nella nebbia, appare e attira la sua attenzione. A volte il bambino si distrae durante la poppata, a volte la interrompe e mangia meno.

Questo comportamento può determinare estrema preoccupazione nelle mamme, che temono una malattia per il proprio piccolo o una scarsa produzione di latte da parte propria. Questo scatto dura alcuni giorni. Grazie alla vista, il lattante acquisirà un’importante competenza motoriaafferrare oggetti, portarli alla bocca, passarli di mano. Un enorme passo in direzione dell’autonomia.

Lo scatto di crescita all’inizio dello svezzamento

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Un’altra importante trasformazione riguarda l’età in cui avviene lo svezzamento, intorno al primo semestre di vita.

Fondamentale che il lattante affianchi alla nutrizione a base di latte materno alimenti quali cereali, brodi vegetali, verdure introducendo anche proteine, così da garantire l’apporto di ferro, che manca nel latte materno. Si ha una rivoluzione anche nel comportamento, dato l’impegno del lattante nell’apprendere i nuovi meccanismi di deglutizione e l’avvicinarsi a nuovi sapori del cibo.

Quando il lattante avrà accettato il nuovo cibo, non sarà più del tutto dipendente dalla mamma. Avrà ottenuto maggiore autonomia per nutrirsi di cibi reperibili anche da altre fonti, prendendoli addirittura con le proprie mani.

Si tratta di un impegno di tipo motorio, che interessa i muscoli della deglutizione. È in ogni caso anche un passaggio che forza il lattante ad abbandonare l’atto della suzione, di per sé gratificante, a fare i conti con il cucchiaino e a non assumere più il cibo rimanendo attaccato al seno della mamma.

Incontro con il principio di realtà

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Questi cambiamenti sono uno sconvolgimento per il lattante. I neuropsichiatri identificano questo momento come la prima esperienza del principio di realtà. Il lattante, finora in un rapporto quasi di fusione con la madre, affronta la realtà e le prime delusioni che inevitabilmente seguiranno.

È di vitale importanza che i genitori siano consapevoli dell’importanza di questa tappa. Va dato tempo al piccolo e bisogna avere pazienza affinché questo passaggio di esperienza di realtà nuova accada con calma e tenerezza.

Scatti di crescita nel secondo semestre di vita

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Tra i 6 e gli 8 mesi e il periodo intorno all’anno: questi due passaggi sono altri straordinari scatti di crescita. Riguardano l’ambito motorio, l’ambito cognitivo, quello emotivo e quello della relazione del lattante.

6, 8 mesi si verifica l’acquisizione di alcune abilità motorie: posizione seduta, gattonamento, strisciamento. Questi incredibili balzi in avanti si esprimono con cambiamenti importanti nel modo di mangiare. Il bambino non ha più interesse nell’atto del mangiare in sé, è più interessato a toccare, esplorare e maneggiare il cibo.

I genitori spesso esprimono preoccupazione, reagiscono con un comportamento più rigido e ansioso, quasi a forzare il bambino. Il risultato è di ottenere quasi sempre un rifiuto, con il rischio di instaurare uno schema negativo di insistenza-rifiuto, poiché nulla supera nel lattante il suo interesse ad esplorare e ad affermare la propria autonomia.

Questo periodo dura una settimana o poco più. Anche il sonno ne risulterà alterato, sia per quel che riguarda il momento dell’addormentamento sia la regolarità del sonno durante la notte. Il bambino potrà avere più risvegli notturni per qualche settimana.

Scatto di crescita all’anno di età

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Con l’acquisizione della stazione eretta e con il camminare (nella tipica marcia a punte indietro), intorno all’anno di vita, il sonno potrà subire ulteriori scossoni.

Si crea nel bambino una vera eccitabilità neuronale, data dalla ricchezza della nuova conquista e anche dei cambiamenti che coinvolgono gli altri ambiti oltre a quello motorio. Il bambino ora è padrone del territorio, è capace di spostarsi da solo. La stima del sé e la volontà di fare da solo aumentano.

In coincidenza con questa fierezza del camminare nascono anche comportamenti oppositivi. Si è aperta un’altra era così ricca di potenzialità e il bambino sembra non volere più dormire o non vedere l’ora di svegliarsi.

Il periodo di questo scatto di crescita può durare 2, 3 settimane. Fondamentale da parte del genitore è il non instaurare abitudini scorrette. Bisogna evitare, per esempio, di dare da mangiare di notte, fare attività da svegli come cambiare stanza o accendere le luci, far giocare il bambino, lasciarlo dormire nel lettone.

Questo periodo è infatti transitorio, ma le abitudini scorrette restano e occorrerà poi un notevole impegno per doverle cambiare.

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Quando avviene lo scatto di crescita puberale

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Negli adolescenti, infine, si verifica il cosiddetto spurt puberale, ovvero l’accelerazione massima di crescita. In genere nella ragazza accade tra gli 10 e i 14 anni, dopo l’arrivo della prima mestruazione (menarca); nel ragazzo tra i 12 e i 16 anni.

Questo scatto puberale porta, tra gli altri aspetti, alla maturazione sessuale e ad uno scatto di aumento nella statura fino a 20-25 centimetri, prima di raggiungere l’altezza definitiva.