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Pubblicato inGenitori

L’importanza del Natale per i bambini, il parere della psicologa

«Natale è il momento dell’anno in cui il tempo subisce una sospensione. È vissuto come attesa in cui presente, passato e futuro si fondono», esordisce Valentina Fumuso, psicologa e psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino. La vita, intesa nel suo aspetto di creazione, si fonde con la morte come momento di conclusione di un percorso. «Questo vale per tutte le fasi della vita: il Natale come simbolo di rinascita e di rigenerazione coinvolge i bambini tanto quanto gli adulti».

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Perché il Natale è importante per i bambini?

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«Il Natale si collega anche ai riti del solstizio d’inverno. La sua atmosfera, gli odori, le sensazioni che rievoca sono tutti aspetti che riportano ai ricordi di infanzia e al bambino o la bambina che siamo stati. La creatività che da adulti tendiamo a perdere, a reprimere o a non usare abbastanza, si rigenera in questo particolare periodo dell’anno», spiega la specialista.
Questa attesa, che anche gli adulti vivono rievocando il Natale sperimentato da piccoli, viene trasmessa ai bambini che la ritrovano come momento da condividere con i genitori. Un tempo che appartiene alla famiglia e che si vive immersi nel desiderio.

Che cos’è la “funzione desiderante”

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«La funzione desiderante per l’individuo è fondamentale. Nel desiderio si sente la mancanza che a sua volta innesca il processo generatore della creatività». Se l’adulto si “sintonizza” con il bambino che è stato, riesce a stare accanto ai propri figli, condividendo in famiglia il momento dell’attesa nelle settimane che precedono il Natale. «I bambini declinano il tempo dell’attesa nella figura di Babbo Natale».

Come spiegare ai bambini cosa è il Natale

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«I bambini amano tantissimo le fiabe, immediatamente comprensibili e connotate (ad esempio nella distinzione fra buoni e cattivi). Le fiabe svolgono nell’infanzia la funzione che hanno i sogni nell’età adulta. Il modo migliore per introdurre figure come Babbo Natale, la Befana, Gesù Bambino, è tramite delle storie, da leggere o narrare con il linguaggio della fiaba», spiega la dott.ssa Fumuso.

Costruire una ritualità familiare che si ripete di anno in anno

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Costruire uno spazio familiare da condividere dà l’occasione ai bambini di fare domande ai genitori in merito al Natale. «Riceveranno risposte attraversate dal calore affettivo e si appassioneranno al racconto fatto dalle figure adulte».

È fondamentale creare una ritualità che si ripete ogni anno nel periodo natalizio, così da stimolare nei bambini la dinamica del “perduto-ritrovato”, indispensabile nella loro crescita. «Pensate a come si comportano quando si separano dal genitore ogni giorno, nel momento in cui vanno a scuola: sanno che nella seconda parte della giornata lo ritroveranno. Lo stesso accade quando si separano dai simboli del Natale – gli addobbi, le luci, l’albero – sapendo che li ritroveranno l’anno dopo».

Questi oggetti simbolici contribuiscono anche alla costruzione della temporalità nel bambino. «Possiamo costruire insieme, oppure acquistare, un addobbo che ogni anno ritroveremo. Oppure possiamo utilizzarne uno appartenuto a qualcuno di famiglia che non c’è più e che in questo modo può essere ricordato».

Quando arriva il momento di smontare l’albero, facciamolo insieme ai bambini. «Conservare in una scatola gli oggetti simbolo del Natale è un modo per “darsi appuntamento” all’anno successivo, in un rito simile a quello della buonanotte, quando con i bambini “salutiamo” oggetti e giochi, per ritrovarli la mattina seguente».

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Come festeggiare il Natale al nido e alla scuola d’infanzia

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«Nido e scuola d’infanzia sono luoghi di eccellenza della creatività. La scuola, in quanto luogo educativo, in questo periodo deve essenzialmente educare al dono, all’uguaglianza e al rispetto delle tradizioni. Raccontare le tradizioni del mondo attraverso l’uso di vari oggetti può essere un modo per spiegare che il Natale è importante per tutti, anche se non tutti lo festeggiamo allo stesso modo».

Importanza del Natale, cosa cambia e a quale età?

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«Nei primi anni di vita i bambini hanno bisogno di credere nel mondo magico. Il pensiero magico del bambino si ricollega molto bene alla rappresentazione simbolica del Natale», afferma la specialista. «Successivamente, con l’irrompere del principio di realtà – solitamente accade nell’età scolare e attraverso il confronto con altri bambini – il bambino inizia a farsi delle domande, cercando di costruire un proprio filo logico».

Quando i bambini domandano se Babbo Natale esiste veramente, i genitori non dovranno forzare il “permanere nel magico”, ma considerare quanto i figli siano pronti ad abbandonare il pensiero magico. «Fondamentale è mettersi in ascolto dei bambini, ricordando che si tratta di persone piccole ma desideranti. I loro pensieri vanno rispettati e sono importanti. Dalle modalità con cui il genitore risponderà ai pensieri del bambino si potrà trovare una nuova ritualità nella tradizione del Natale».

Anche quando non si crede più alla figura di Babbo Natale permarrà lo spirito giocoso e creativo della festa. «Trovate una tradizione di famiglia da ripetere come rituale, come ad esempio mettere i regali in un preciso punto della casa, o comprare insieme i doni per persone care alla famiglia», suggerisce l’esperta.

Natale come importanza del dono

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Come spiegare ai bambini il significato dei doni che vengono scambiati a Natale? «La festa ci offre l’opportunità di differenziare le priorità. Possiamo chiederci e rivolgere la stessa domanda ai bambini: “Cosa desideri davvero? Di che cosa senti la mancanza, di cosa tu hai bisogno veramente?”.

Che siano portati da Babbo Natale o scambiati fra le persone care, i doni e il loro significato rappresentano la parte più importante della festa. «Quando il bambino cresce ed è in grado di comprenderle, possiamo organizzare delle attività di beneficenza di famiglia. Comprare regali per bambini ricoverati in ospedale, donare a chi ha più bisogno un giocattolo che non usiamo più ma al quale siamo particolarmente affezionati sono alcune modalità con le quali tramandare la tradizione del dono. Per donare non è necessario comprare un oggetto di valore ma pensare all’altro come soggetto desiderante che, come me, ha bisogno di qualcosa».

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