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Covid-19 e scuola, tutto quello che c’è da sapere

Certificato medico, sì o no? Come comportarsi in caso di sintomi sospetti? Quando è prevista la quarantena? Le risposte alle domande più comuni sul rientro a scuola ai tempi del Covid-19

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Covid-19 e scuola, tutto quello che c’è da sapere

Il rientro a scuola dei nostri ragazzi, in questo anno scolastico 2020-2021, è un rientro in una scuola tutta nuova, con regole tutte nuove, ma anche con moltissime incertezze e domande che i genitori si fanno o dovranno farsi nei prossimi mesi. Il consiglio per tutti? Leggere con attenzione le regole emanate dalle scuole e attenersi ad esse. Il rapporto di collaborazione tra genitori e scuole sarà, per questo particolare anno scolastico, la base di una buona “tenuta” dell’intero sistema. Abbiamo raccolto di seguito alcuni “punti cruciali” per rispondere ai dubbi e alle domande più comuni. Ma è fondamentale tenere presente che il quadro è in costante evoluzione e che spesso le singole Regioni dettano regole diverse. 

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Cosa succede se uno studente si ammala di Covid-19?

Su questo ci sono pochi dubbi. La risposta ufficiale sul sito del Ministero dell’Istruzione non lascia spazio a interpretazioni “Il Protocollo di sicurezza e le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico prevedono l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali”.

Quali sono i sintomi che devono far allarmare un genitore?

  • Febbre superiore a 37,5 e brividi
  • tosse di recente comparsa
  • difficoltà respiratorie
  • raffreddore o naso che cola
  • mal di gola
  • diarrea
  • perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia)
  • perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia)

Cosa devo fare se compaiono questi sintomi?

Chiamare il pediatra di famiglia. Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), spiega all’agenzia Dire: “Quando riceveremo la chiamata dei genitori, noi pediatri faremo il cosiddetto triage telefonico e dai sintomi riferiti, dalle risposte che avremo alle nostre domande da parte dei genitori, cercheremo di capire se siamo di fronte a un caso sospetto di infezione da Covid. In questo caso, il pediatra attiva il percorso assistenziale previsto e richiede il tampone. Se l’esito è negativo, per consentire a un bambino di essere riammesso a scuola, il medico firma un’attestazione in cui dichiara di aver eseguito la procedura prevista e di aver ricevuto esito negativo del tampone”.

Quindi per tornare a scuola servirà il tampone?

La possibilità di riammettere a scuola gli alunni assenti per motivi di salute senza che questi abbiano prima fatto il tampone è molto difficile, salvo rari casi in cui il pediatra possa fare un’incontrovertibile diagnosi alternativa (faringite da streptococco, infezioni alle vie urinarie, altre patologie documentabili con esami). Quindi sì, nella maggior parte dei casi chi ha sintomi sospetti verrà inserito nel percorso per il tampone.

Ma quindi il bambino deve stare a casa in attesa del tampone?

Se il pediatra segnala il bambino per fare il tampone, il bambino deve stare a casa, in isolamento fiduciario, come pure i suoi familiari, sino all’esito del tampone. Le associazioni dei pediatri stanno lavorando, in questi giorni, per riuscire ad avere una “corsia preferenziale” per i tamponi degli studenti per fare in modo che i tempi di esecuzione e refertazione dei tamponi siano i più brevi possibili.

Chi risulta negativo rientra a scuola – ovviamente una volta scomparsi i sintomi – con l’attestazione del pediatra e i familiari possono uscire dall’isolamento. La Lombardia ha pubblicato le sue linee guida in cui la procedura dei tamponi viene molto semplificata e accelerata: è stato previsto un percorso semplificato di identificazione dei casi di Covid-19. “Le ATS e le ASST dovranno consentire, all’interno della rete erogativa attuale, l’accesso senza prenotazione e con autocertificazione della motivazione, eventualmente anche individuando percorsi dedicati alla scuola, per gli studenti e per il personale scolastico docente e non docente, che presentino sintomi a scuola o fuori dall’ambiente scolastico. Le ATS renderanno disponibile alle istituzioni scolastiche/educative l’elenco dei punti tampone identificando per le singole scuole il punto ove recarsi in via preferenziale, fermo restando che tutti i punti devono accogliere le richieste di effettuazione tampone con accesso senza prenotazione e con autocertificazione”.

In caso di tampone positivo cosa accade?

Si attiva la procedura per la gestione dell’emergenza. Come spiega sempre il sito del ministero, ogni scuola ha un “Referente scolastico per COVID-19 che svolge un ruolo di interfaccia con il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento. In presenza di casi confermati COVID-19 a scuola, il Referente collabora con il Dipartimento di prevenzione nell’attività di tracciamento dei contatti  e nelle azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata.

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Quando può rientrare a scuola uno studente ammalato di Covid-19?

Per il rientro bisogna attendere la guarigione, cioè totale assenza di sintomi e due tamponi negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.

Quando può rientrare a scuola uno studente risultato negativo al tampone?

Se un alunno che ha manifestato sintomi compatibili con Covid-19 risulta poi negativo al tampone, a giudizio del pediatra o medico curante, si ripete il test a distanza di 2-3 giorni. Il bambino deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.

Ma serve sempre il certificato medico?

Per il rientro a scuola la legge non prevede attualmente un obbligo di certificazione e ogni Regione si muove in ordine sparso. Al momento ciascuna scuola sta dicendo alle famiglie come comportarsi. E  – nella maggioranza dei casi – la scuola chiede il certificato, anche per un solo giorno di assenza. In Lombardia, sempre in base alle linee guida, se il pediatra decide di non fare il tampone, perché valuta che NON siano sintomi da Covid-19, indicherà il percorso di cura e i giorni in cui rimanere a casa. Una volta arrivata la guarigione secondo Regione Lombardia “non è richiesta alcuna certificazione/attestazione per il rientro, ma si darà credito alla famiglia e si valorizzerà quella fiducia reciproca alla base del patto di corresponsabilità fra comunità educante e famiglia. Eventualmente la scuola potrà richiedere una dichiarazione da parte del genitore dei motivi dell’assenza”.

Differenza tra certificato e attestazione

Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), spiega all’agenzia Dire: “L’attestazione  viene rilasciata dal pediatra a conclusione di un percorso diagnostico che avviene tramite il tampone. Il certificato, invece, può essere redatto a seguito di una visita, di una valutazione clinica, quindi solo in presenza. Nel caso di una guarigione da un malanno, per certificarla, il pediatra deve costringere i genitori a portare il bambino in studio. 

Cosa accade ai compagni di classe e docenti che sono stati a contatto con un positivo?

Il Referente scolastico COVID-19 deve fornire al Dipartimento di prevenzione l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. Quelli che il Dipartimento considererà “contatti stretti” con le “consuete attività di contact tracing saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato”. 

Quindi la quarantena per i compagni di classe non è automatica, ma in ogni caso molto probabile.

Che cosa si intende per contratto stretto?

Nel documento ufficiale “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanziasi legge che la “valutazione dello stato di contatto stretto è di competenza del Dipartimento di prevenzione e che “le azioni sono intraprese dopo una valutazione della eventuale esposizione”. Se un alunno/operatore scolastico risulta COVID-19 positivo, il dipartimento “valuterà” di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. Anche la chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal Dipartimento in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata.

Quando possono rientrare a scuola i contatti stretti dei casi positivi?

Dopo 14 giorni senza che si siano verificati sintomi né altri casi, i contatti stretti possono tornare a scuola.

E se il bambino si deve assentare per motivi di famiglia?

In questo caso è sufficiente avvisare in anticipo la scuola, spiegando il motivo dell’assenza.

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