Bambini

Perché stare all’aria aperta fa bene ai bambini anche d’inverno

Vestirli a cipolla, prediligere i tessuti naturali, fare attenzione al vento (se è forte) ma soprattutto comprendere quali siano le reali occasioni per i piccoli di ammalarsi con più frequenza: tutto quello che c’è da sapere sullo stare fuori con i piccoli anche nella stagione invernale

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Perché stare all’aria aperta fa bene ai bambini anche d’inverno

Cerchiamo di sfatare un mito duro a morire con una frase di Robert Baden-Powell, il fondatore dello scoutismo:

Non esiste buono e cattivo tempo, ma solo buono e cattivo equipaggiamento

Se le temperature non sono proprio primaverili i bambini possono essere portati ovunque, senza temere tosse o altri malanni in perenne agguato, basta vestirli in maniera adeguata e seguire le giuste accortezze (oltre che usare il buonsenso).
Assieme a Daniela Callegari, pediatra del Centro Medico Santagostino, capiamo quali sono i benefici per i piccoli dello stare all’aperto in inverno.

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Perché fa bene che i bambini stiano all’aperto in inverno?

«Sul piano strettamente infettivologico, all’aperto non vi è una concentrazione di germi e quindi un bambino adeguatamente protetto e vestito ha un’ esposizione agli agenti infettivi molto inferiore rispetto a quella a cui è sottoposto nei luoghi chiusi» illustra la dottoressa Callegari.

«La trasmissione dei virus infatti non avviene tramite l’aria ma con il contatto interumano: luoghi caldi e affollati come sono i nidi e le scuole materne sono fonti di contagio perché dovrebbero essere completamente arieggiati due volte al giorno ma questo non avviene mai, anche per questioni di tipo economico».

Ma lo stare all’aperto per i bambini non è solo occasione di minor contagio: si tratta proprio di un’esperienza fondamentale per la loro crescita. «La seconda considerazione che farei è che lo stare fuori inteso come andare ai giardinetti o parchi con più o meno verde permette ai piccoli di fare tante attività di movimento. Teniamo conto che l’attività motoria è quella che fa da stimolo allo sviluppo di tantissime competenze del cervello: mettere il bambino in condizione di fare un’attività motoria libera (non organizzata come quella dei corsi pomeridiani) è qualcosa che giova tantissimo allo sviluppo delle sue competenze. Si tratta di un toccasana anche per la salute perché riduce l’attività sedentaria. Nei paesi del benessere il 25% dei bambini è a rischio di sovrappeso e il 10% di obesità: il modo in cui si passa il tempo libero influenza il fatto di rientrare o meno in queste percentuali».

I bambini devono uscire tutti i giorni?

Ogni volta che il tempo lo consente, sarebbe opportuno che i bambini stessero all’aperto anche in inverno. Questo per tante ragioni: “Le attività che si fanno in casa spesso non vengono fatte in compagnia di altri bambini, ma con abuso di mezzi tecnologici”, osserva la dottoressa Callegari. «Lo stare all’aperto consente invece una vita di relazioni più ricca: in casa al massimo si può trovare un fratello, mentre fuori si possono coltivare più relazioni, che aiutano i bambini a sviluppare la capacità di modulare i propri comportamenti, di accettare l’altro, di fare squadra e anche di darsi delle regole. Gli adulti che li accompagnano, per permettere appunto ai bambini di imparare quanto detto sopra, dovrebbero osservare le loro interazioni a distanza e non intervenire come regolatori o pacificatori».

Non sottovalutiamo poi il fatto che i bambini oggi soffrono di quello che già più di dieci anni fa il giornalista e scrittore americano Richard Louv ha descritto come «deficit di natura», per sintetizzare la privazione progressiva a cui i bambini vanno incontro nel frequentare poco il contesto natura: «stare in un piccolo giardino o in un parco permette il contatto con erba, piante e fiori – commenta la dottoressa Callegari – e consente al bambino di osservare i mutamenti dell’ambiente, crea sensibilità e attenzione ai piccoli cambiamenti, doti che serviranno al bambino nella vita». Un altro buon motivo per portare i bambini all’aperto in inverno.

Il freddo quindi non li fa ammalare?

«Come abbiamo già ricordato, non è lo stare fuori che fa ammalare i bambini vestiti in modo opportuno, perché i germi a temperature basse non sopravvivono. Il freddo in sé non veicola i germi: quello che ne causa la diffusione e il contagio è il contatto interumano con persone che portano germi. Ai giardinetti generalmente non corriamo nessun pericolo, perché nella cultura italiana il bambino che tossisce non viene sicuramente portato fuori».

Come vestirli adeguatamente?

Al freddo ci si ammala solo se non si è adeguatamente coperti. Ma come vestire quindi adeguatamente i nostri figli per uscire? «I fattori che vanno tenuti in considerazione nel preparare il proprio bambino a stare un paio d’ore al parco giochi (stiamo parlando di ore di luce e delle prime ore del pomeriggio) è essenzialmente quello di prevedere le attività che svolgerà».

Facciamo degli esempi pratici:

  • Neonati. «Il lattante che sta in situazione di immobilità nella sua carrozzina va protetto e vestito ben caldo. Questo perché non produce calore attraverso il movimento muscolare».
  • Bambini molto attivi. «Se sappiamo che il piccolo ama fare giochi di rincorsa e correre su e giù dallo scivolo, prevederemo un abbigliamento più leggero».
  • Bambini quieti. «Se il bambino ha un carattere più quieto e predilige giochi tranquilli come disegnare con i gessetti per terra, teniamo conto che produrrà meno calore attraverso le attività muscolari. Per questo bisogna vestirlo più pesante».

«Il criterio che vale per tutti è sempre quello di vestire i bambini a strati, che possono essere facilmente aggiunti o tolti. Vale in inverno come in estate (quando si passa dal caldo torrido ad ambienti con l’aria condizionata). Nel pratico, se portiamo il piccolo ai giardini d’inverno lo vestiamo a strati, con una maglietta di cotone, un golf e la giacca. Mentre giocano a rincorrersi, togliamo la felpa e lasciamo sopra la giacca. Terminata l’attività, quando è ora di rientrare, li rivestiamo».

Che tessuti prediligere per portare i bambini all’aperto in inverno?«Quelli più indicati sono quelli che permettono la traspirazione. Il cotone ha un potere assorbente, mentre la lana facilita la traspirazione. Ricordiamoci che il bambino se ha un’attività motoria intensa anche a temperature rigide, suda. I tessuti troppo sigillanti non sono adeguati, vanno bene in caso si vada a sciare».

Se li copriamo troppo si ammalano?

«Se un bambino viene vestito in maniera eccessiva suda: si verifica un processo di vasodilatazione con conseguente perdita del calore corporeo. Quando si ferma dalle attività intense come correre e saltare, il calore evapora e il piccolo si raffredda. Il consiglio della nonna è sempre valido: quando si suda non ci si deve spogliare subito. Meglio fermarsi e aspettare il riequilibrio della temperatura corporea».

Bambini all’aperto in inverno: che cosa fare in caso di vento?

«Il vento è una condizione metereologica che richiede protezione. Se è sostenuto (e non una brezza) è trasportatore di polveri. Soprattutto chi vive in città sa che si può trattare di polveri inquinanti ricche di sostanze che possono dare irritazioni ad alte vie respiratorie. Per questo motivo bisogna usare il buonsenso: se il vento è sostenuto non si deve uscire, se si tratta qualche refolo non ci sono problemi».

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