Gravidanza

Data presunta del parto, cos’è e come si calcola

La data presunta del parto può essere calcolata con il regolo ostetrico, con la regola di Naegele oppure in automatico tramite le app. Può essere modificata durante una visita ecografica, a causa delle dimensioni effettive del feto

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Data presunta del parto, cos’è e come si calcola

Una donna in gravidanza si sente fare molto spesso due domande, una relativa alla data dell’ultima mestruazione (UM) e l’altra relativa alla data presunta del parto (DPP). Se la prima è più semplice da ricordare, la seconda ha bisogno di essere calcolata usando uno dei metodi convenzionali.

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Data presunta del parto, cos’è

È una data che viene calcolata in base all’ultima mestruazione e al successivo concepimento. Si considera la data del concepimento due settimane dopo quella dell’ultima mestruazione, ovvero nell’epoca della presunta ovulazione.

Calcolo della data presunta del parto

Partendo da una durata media di circa 280 giorni o 40 settimane, ci sono vari metodi per calcolare la data della nascita:

  • Il regolo ostetrico. È quella rotellina formata da due dischi datati che usano sempre ginecologi e ostetriche per calcolare le settimane di gravidanza, la DPP e tutti i vari appuntamenti che vanno presi durante i nove mesi.
  • La regola di Naegele. Si tratta di un semplice calcolo: alla data dell’ultima mestruazione si aggiunge una settimana e poi si sottraggono tre mesi a quest’ultima.
  • Le app. Un metodo semplice e comodo: esistono ormai molte app che calcolano in automatico la DPP e che accompagnano la donna durante tutta la gravidanza.

La DPP può cambiare nel tempo?

Tutti i metodi che abbiamo elencato si basano su dati anamnestici ma la data finale può essere modificata durante la visita ecografica a causa delle dimensioni effettive del feto. In questo caso si parla di ridatazione o datazione ecografica.
E poi ovviamente la natura deve fare il suo corso, ci sono bimbi più impazienti di conoscere mamma e papà che decidono di nascere prima del termine e altri che invece, trovandosi tanto bene nell’utero materno, decidono di prendersi qualche giorno in più.

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