La manovra di Kristeller (o spremitura di Kristeller o UFP) consiste in una forte pressione effettuata da un operatore sul fondo dell’utero, cioè il suo confine superiore.
L’obiettivo è quello di far nascere il bambino, spingendo il suo corpo dall’alto verso il canale vaginale, in modo che la testa riesca ad attraversare la vagina e affiorare alla vulva.
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Quando viene effettuata la manovra di Kristeller
I medici effettuano questa tecnica nel periodo espulsivo del parto, durante la contrazione, sulla donna in posizione litotomica, cioè sdraiata a pancia in su, sul letto da parto, con le gambe flesse e appoggiate sui gambali.
La sua esecuzione è stata giustificata come intervento necessario in specifici casi:
- se il nascituro ha difficoltà a scendere nella parte espulsiva;
- quando è in distress;
- se la madre non ha più forze.
Tutte difficoltà che spesso sono associate a una conduzione dell’assistenza al parto medicalizzata e alla posizione supina della partoriente.
Le critiche
Si tratta di una manovra controversa, che può provocare dei danni. È stata messa a punto da un ginecologo tedesco, Samuel Kristeller. Era il 1867 e le conoscenze del funzionamento dell’apparato riproduttivo femminile, rispetto ad oggi, erano ancora limitate.
È infatti recente – e ancora troppo poco diffusa – l’assistenza al parto tenendo conto delle possibilità di apertura del bacino proponendo posizioni e pratiche più consone al confronto osseo e tissutale tra bacino materno e corpo del feto.
La manovra di Kristeller è pericolosa?
Non ci sono pubblicazioni scientifiche che sostengano l’efficacia e la sicurezza di questa pressione.
È una manovra dolorosa e pericolosa. Da anni, è messa in discussione a livello internazionale. È fuori legge effettuarla in alcuni Paesi (ad esempio Gran Bretagna e Spagna), proprio per i possibili effetti collaterali.
L’OMS, nel 2018, la definisce “non raccomandata”, in quanto i rischi sono maggiori rispetto ai presunti benefici. In Italia non è vietata ma l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di non utilizzarla nell’assistenza al travaglio.
I danni della manovra di Kristeller
I rischi associati possono essere a carico del feto e a carico della donna, sia durante che dopo il parto:
- il bambino può avere danni a livello cerebrale;
- la donna può andare incontro a lesioni o anche frattura delle costole, rottura d’utero, distacco della placenta, emorragia dopo il parto e lacerazioni della vagina e del perineo;
- il vissuto che riportano le donne che l’hanno subita è quasi sempre negativo.
Naturalmente, in alcune situazioni eccezionali può essere utile. Il suo utilizzo, però, deve sempre giustificato nella cartella clinica e non può essere ripetuto più di tre, quattro volte al massimo. Se indispensabile, va praticata dosando con precisione la forza della pressione e la direzione della spinta.
(26 Novembre 2019)