Skip to content
Pubblicato inGenitori

La paura del buio nei bambini

La paura del buio è una condizione molto frequente nei bambini, che associano al momento di addormentarsi un senso di minaccia e vulnerabilità. L’ascolto e l’empatia sono fondamentali per aiutare i piccoli a superare questo timore.

La paura del buio, anche detta acluofobia o nictofobia, è tra le paure più diffuse nei bambini. Comincia tra i due e i cinque anni e non di rado continua anche nella vita adulta. L’assenza della luce rende vulnerabili: non si riesce a vedere bene e quindi si ha meno controllo della realtà

Scopriamo le migliori strategie per accoglierla e superarla con l’aiuto della dott.ssa Georgia Accattato, psicologa e psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino.

Prenota la prestazione più adatta a te

Perché un bambino ha paura del buio?

↑ top

«Il buio è come una lavagna su cui il bambino “disegna” quello che lo spaventa. In genere, ciò da cui si sente minacciato. Come nei sogni, la minaccia fatica a trovare una forma e il bambino si sente indifeso, sopraffatto, in pericolo» spiega la dott.ssa Accattato.

Al momento di spegnere la luce e addormentarsi, il piccolo può essere assalito dal timore di separarsi dai genitori, di restare da solo, di abbandonare le certezze della routine giornaliera. Si sente perciò disorientato, destabilizzato. L’oscurità diventa uno spazio in cui convoglia le sue preoccupazioni, le sue inquietudini di fronte all’ignoto. 

Specialmente nei bambini piccoli, infatti, il timore del buio si associa spesso ad altre forme di paura tipiche dell’infanzia: paura dei fantasmi, dei mostri, del lupo cattivo, delle streghe, dell’uomo nero… figure che fanno parte dell’immaginario dei bambini, della loro visione del mondo come qualcosa di animato, e che prendono vita proprio con il calare della notte.

Sono diverse le manifestazioni con cui viene espressa la paura del buio nei bambini:

  • Cognitive: pensieri o fantasie, per esempio, sulla presenza di mostri nel buio o sotto il letto
  • Fisiologiche: sudorazione, mal di stomaco, agitazione o irrigidimento, nodo alla gola
  • Comportamentali: bisogno continuo di essere rassicurati e protetti, che sfocia in molti casi nella richiesta di vicinanza da parte dei genitori

Come affrontare la paura del buio

↑ top

«Mostrando la propria paura del buio ai genitori, il bambino sta di fatto chiedendo di non essere lasciato solo ad affrontare qualcosa che sente come troppo grande per lui. È una richiesta di aiuto» prosegue la psicologa.

Per questo i genitori devono rassicurare il bambino, mettendosi nei suoi panni. Il suo non è un capriccio: è veramente spaventato da qualcosa che non riesce a gestire.

«Mamme e papà non devono mai minimizzare, mai prendere in giro, mai colpevolizzare: la paura non è un capriccio, è una comunicazione che devono accogliere. Il bambino (come l’adulto) non sceglie ciò che prova, ma va ascoltato quando ne parla. I genitori devono mostrarsi interessati alla sua paura, al perché, al bisogno del bambino, senza essere giudicanti né pretendere che il figlio non abbia paura».

L’atteggiamento da mantenere deve essere costruttivo e accogliente. È importante far sentire la propria presenza e la propria vicinanza ai bambini, stabilendo con loro una connessione emotiva senza limiti né giudizi e trasmettendo un interesse autentico verso le loro emozioni, i loro pensieri e i loro bisogni. L’empatia del genitore è fondamentale per stimolare l’apertura del bambino, per indurlo a dare voce al proprio disagio e per spronarlo a elaborare la paura.

Come fare per non avere paura del buio?

↑ top

Tanti sono i modi per rassicurare e aiutare il bambino a superare la paura. Il segreto è creare attorno al piccolo un clima sereno e confortante che possa favorire una sensazione di sicurezza rispetto all’oscurità, facilitando il distacco dai genitori e la gestione in autonomia della situazione.

Ecco qualche consiglio sugli accorgimenti da adottare quando il bambino manifesta di aver paura del buio:

  • Lasciarlo libero di esprimere le sue preoccupazioni senza sminuirle o banalizzarle
  • Non criticare o costringere in alcun modo il bambino ad affrontare bruscamente le sue paure
  • Accompagnarlo nell’esplorazione del buio, per mostrargli che i suoi timori sono infondati e non ci sono pericoli
  • Incentivare un percorso graduale di distacco, supportandolo senza cedere a comportamenti iperprotettivi

Può essere utile far leva sulla creatività del bambino e cercare di esorcizzare la sua paura del buio tramite disegni, canzoni o filastrocche. Queste modalità espressive possono essere ideali per aiutare il bambino a comunicare in modo più diretto il proprio disagio. La leggerezza e l’ironia sono delle ottime alleate per superare la negatività associata al buio.

E ancora: leggere dei libri sul tema può essere uno spunto per accogliere la loro paura e parlarne insieme. Storie che trattino la paura del buio e come superarla possono essere una buona soluzione per presentare l’oscurità in modo giocoso e divertente e per renderla meno spaventosa.

La stessa cosa vale per i pupazzi: «Il giocattolo con un valore affettivo diventa un alleato per il bambino, una compagnia, quindi non va assolutamente eliminato. Anzi, il genitore può inventare delle storie su quello e rinforzare il suo ruolo di compagno o protettore».

Per quanto riguarda l’uso di una luce notturna: «Sarebbe preferibile trovare un accordo con il bambino sul suo utilizzo, che preveda di usarla il meno possibile, trasmettendo comunque l’idea che il bambino è al sicuro sia con che senza la luce».

Quando passa la paura del buio?

↑ top

Una domanda che nasce spontanea è: fino a quando si ha paura del buio? Cosa fare se non passa?

«La paura del buio può essere superata se il genitore costruisce (o ri-costruisce) con il bambino dei rituali per l’addormentamento che lo facciano sentire al sicuro e a suo agio nel dormire da solo. Ovviamente noi genitori non siamo dei maghi, per cui, se il genitore sentisse di non avere gli strumenti per gestire la situazione o se la vivesse con disagio, è consigliabile rivolgersi ad un esperto».

Prenota la prestazione più adatta a te