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Pubblicato inSalute

Curva di crescita: cos’è e come si usa per misurare il neonato

Le curve di crescita sono utili per monitorare l’accrescimento del neonato o del bambino, misurando alcuni parametri come peso e altezza. Vediamo nello specifico come utilizzarle.

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L’andamento della crescita del proprio bambino è una delle preoccupazioni principali per i genitori, soprattutto per quanto riguarda peso e altezza. Un modo chiaro per monitorare questi dati è sicuramente la curva di crescita.

Si tratta di grafici, articolati in diversi parametri (peso, altezza, sesso), ricavati dalle misurazioni di molti bambini di diverse fasce d’età. Da queste, vengono ottenute le tabelle dei percentili, utili per rapportare il peso e l’altezza all’età del bambino e monitorare così le variazioni di questi parametri nel corso del tempo.

Insieme al dottor Alberto Pozzi, pediatra del Santagostino, vediamo in cosa consistono le curve di crescita, a cosa servono, e come utilizzarle al meglio.

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Cos’è la curva di crescita?

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Le curve di crescita sono rappresentazioni grafiche che permettono di controllare lo stato di salute dei piccoli pazienti. Servono per osservare l’accrescimento di peso e altezza, e in generale, sono utili per una valutazione dello sviluppo complessivo del lattante e, successivamente, del bambino.

Nello specifico, le curve di crescita consentono di confrontare peso e statura del bambino, con peso e statura dei bambini della sua stessa età, per valutare se la sua crescita è nella norma.

Sono costruite sulla base di dati raccolti da grandi gruppi di bambini sani, e quindi rappresentano una sorta di media della crescita di un bambino. Questi dati sono raccolti in modo sistematico da organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti.

Oltre a peso e altezza, vengono controllate la circonferenza cranica, per monitorare il regolare sviluppo del cranio, e la circonferenza toracica. Ovviamente l’accuratezza di queste misurazioni è fondamentale per riportare i dati relativi a queste in modo corretto sui grafici e darne poi la giusta interpretazione.

Per avere dei parametri di crescita omogenei, sono stati ideati grafici che permettono di confrontare l’andamento della crescita, con misure standard, per le varie età. Naturalmente esistono diverse curve di accrescimento per maschi e femmine.

Come si calcola la curva di crescita?

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Le curve di crescita vengono rappresentate su di un piano cartesiano, delimitato da due assi o rette perpendicolari (ordinate e ascisse). L’asse delle ordinate (riga verticale) indica il peso (indicato in chilogrammi) o l’altezza (indicata in centimetri). Sull’asse delle ascisse (la riga orizzontale), invece, viene rappresentata l’età; prima in settimane, poi in mesi e in anni. 

Per misurare la crescita, si segnano sulle due rette il peso/altezza e l’età del proprio bambino. Poi si incrociano i due dati, ottenendo così un punto sul piano. L’operazione deve essere ripetuta periodicamente (mediamente 1 volta al mese), segnando ogni volta sul piano il punto d’intersezione dei due valori. Unendo i diversi punti, col variare dei valori, si otterrà la curva di crescita del proprio bambino, che sarà più o meno vicino alle curve di crescita di riferimento, espresse in percentili.

La curva di crescita di riferimento è quella corrispondente al 50 percentile, che indica un accrescimento nella norma. Ci sono altre curve sia per indicare un accrescimento minore che maggiore. Le curve rispecchiano i vari percentili di crescita (3%,10%,25% sotto il 50% e sopra avremo il 75%, 90%,97%). Ogni bambino ha una sua propria curva di accrescimento.

Cosa sono i percentili di crescita?

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I percentili sono le unità di misura adoperate nelle curve di crescita. Sono ottenuti dal paragone applicato su 1000 bambini della stessa età, e suddivisi in sottogruppi formati da 10 bambini, in base al peso e all’altezza. Ogni gruppetto è denominato centile. Nel primo centile ci sono i bambini di dimensioni più piccole, nell’ultimo quelli più alti e grandi.

La maggior parte della popolazione infantile è collocata tra il 25° e il 75° percentile. I percentili permettono di determinare se il ritmo di crescita del bambino è adeguato, e il loro valore indica il posto che il bambino occupa rispetto agli altri bambini dello stesso peso o altezza ed età.

La curva di crescita può prevenire i problemi di salute del neonato?

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Ogni variazione verso il basso o verso l’alto di uno dei parametri che vengono misurati con la curva di crescita indica che qualcosa sta cambiando nell’accrescimento del bambino o del lattante. Il superamento dei parametri nella norma ci permette di intervenire per tempo e monitorare l’insorgenza di eventuali patologie.

A partire dai primi mesi di vita del neonato, gli operatori sanitari indicano delle tappe per le visite (bilanci di salute). Queste hanno il fine di controllare la corretta crescita e sviluppo.

Le curve di crescita sono tutte uguali?

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Le curve di crescita possono essere diverse per sesso o etnia, ma risulta sempre più evidente che le differenze etniche dipendono soprattutto dalla differente incidenza di malnutrizione, malattie infettive e patologie nei diversi paesi del mondo.

L’OMS ha ideato delle curve standard. I pediatri in Italia e in Europa usano delle tabelle corrette con i dati di crescita medi europei.

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Con quale frequenza fare le visite dal pediatra?

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La frequenza delle visite pediatrica dovrebbe essere mensile (1 volta al mese) nei primi 6 mesi di vita, e poi bimestrale fino al compimento di 1 anno. Successivamente i controlli possono essere diradati a 1 volta ogni 3 o 6 mesi, in base alle condizioni del bambino e al suo stato di salute. La cadenza delle visite va, in ogni caso, calibrata su ogni singolo neonato o bambino.

Questi bilanci di salute permettono a noi pediatri di instaurare un rapporto di fiducia e di comunicazione con il paziente e la sua famiglia, e di comprendere meglio il suo ambiente culturale, etnico, religioso e socioeconomico. 

Osservare meglio i rapporti con i membri della famiglia e le relazioni intercorrenti nel suo ambito, ci permettono inoltre di confrontarci con le prime ansie sperimentate dal bambino.

Il rapporto con la famiglia e il bambino è importante perché il pediatra e, successivamente, il medico di famiglia possano fornire l’ausilio e i consigli necessari per il mantenimento di una buona salute e di un corretto stile di vita, soprattutto in ottica preventiva. È importante gestire bene i controlli sullo stato di salute fin dalla prima infanzia.