Partiamo da un presupposto: allattare non dovrebbe essere doloroso. «A volte va tutto bene fin dall’inizio, ma non è raro che possano comparire dei problemi. Soprattutto quando ci si trova al primo figlio. Un po’ di dolore è accettabile, ma ci sono situazioni in cui invece bisogna intervenire» avverte Paola Scavello, ostetrica del Centro Medico Santagostino.
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Dolore al seno durante l’allattamento
Ma quali sono i dolori più comuni a cui può andare incontro una mamma? Ragadi, ingorghi, dotti ostruiti e mastite. Ecco come riconoscerli e come farli sparire.
1. Ragadi
Compaiono soprattutto nella fase di avvio dell’allattamento. «Si tratta di lesioni della mucosa del capezzolo che, nei casi più gravi, può anche sanguinare. Quasi sempre si formano alla base o alla punta del capezzolo piuttosto che sull’areola» spiega l’ostetrica.
Per curarle si può utilizzare lo stesso latte da applicare sulle ferite e poi lasciare i seni scoperti a contatto con l’aria. «In alternativa, si può usare anche la lanolina pura, mentre è meglio evitare le coppette assorbilatte. Perché le ragadi si cicatrizzino completamente possono volerci anche 10-20 giorni».
La causa principale è un appoggio sbagliato della bocca del bambino mentre succhia il latte. La prima cosa da fare è quindi correggere la posizione d’attacco: «Il piccolo deve aprire molto la bocca e il mento ed estroflettere le labbra. In questo modo, riesce a prendere quasi tutta l’areola, senza problemi per il seno. Inoltre, deve sentirsi ben sostenuto e vicino al corpo materno, quasi attaccato, con la sua pancia rivolta verso la mamma e la testolina ben allineata».
Potrebbero però esserci anche altri motivazioni a monte di questo problema: ad esempio, la forma della bocca del bambino, del suo palato, della lingua o dalla forma del capezzolo della mamma.«Per questo, è utile avere vicino una persona in grado di capire quale sia il problema nel caso specifico: se si formano le ragadi, rivolgetevi al personale sanitario competente sull’allattamento in ospedale o alle ostetriche presenti nei consultori distribuiti sul territorio nazionale o nei nostri centri».
2. Ingorghi e mastite
All’inizio o anche ad allattamento avviato, si possono formare degli ingorghi. «Alcune ghiandole del seno si bloccano e non riescono a svuotarsi del latte che producono – continua Paola Scavello –. Così alcune aree del seno diventano dolenti, gonfie e dure».
È molto importante non trascurare la situazione per evitare complicazioni. «Per curare l’ingorgo fate impacchi caldo-umidi e massaggi per far fuoriuscire dal capezzolo il latte bloccato. Tutte azioni da effettuare con le mani pulite, per evitare infezioni. In più, si consiglia il riposo, perché il corpo sta attraversando un processo infiammatorio e una dieta leggera».
A seconda di dove si forma l’ingorgo si può anche utilizzare il bambino per svuotare il seno: «Cambiare posizione di attacco può favorire lo svuotamento. Se l’ingorgo è nei quadranti esterni del seno, può essere utile utilizzare la posizione a rugby; se invece è nei quadranti interni si consiglia la posizione tradizionale».
Se non si riesce a svuotare il seno possono insorgere complicazioni e l’ingorgo può trasformandosi in mastite, cioè un ristagno di latte che si infetta. «La conseguenza può essere una febbre molto alta, che va trattata con una terapia antibiotica e che, se trascurata, può compromettere il proseguimento dell’allattamento».
3. Dotti ostruiti
Il latte viene prodotto dalle ghiandole del seno e poi fluisce nei dotti (che sono simili ai fili intrecciati di un gomitolo) fino ai capezzoli.
«Può accadere che questi fili si ostruiscano e non permettano più al latte di fuoriuscire. Questa situazione si può verificare per predisposizione della donna, oppure per una questione meccanica di compressione di un’area del seno che accade o perché il bambino è sempre nella stessa posizione, o perché si è rimaste a lungo con una parte del seno schiacciata».
A differenza dell’ingorgo, il dolore è più interno al seno: «Ci si accorge di avere un dotto ostruito perché toccando in profondità il seno si sente dolore, oppure perché si forma una striscia rossa sulla pelle. Molto spesso, poi, sul capezzolo si forma una sottile pellicola bianca proprio in corrispondenza dello sbocco del dotto ostruito».
Per risolvere il problema bisogna aprire questa vescichetta che si forma sul capezzolo: «A volte lo fa il bambino stesso quando succhia il latte, altre si può intervenire con un asciugamano tiepido o sotto la doccia».
Sia nell’ingorgo che nel dotto ostruito che nella mastite è fondamentale continuare a far uscire il latte dal seno, manualmente o a volte col tiralatte.
(14 Febbraio 2019)