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Pubblicato inGenitori

Quante ecografie fare in gravidanza

Quali sono le ecografie che vanno fatte in gravidanza? E quando farle? Ecco una breve guida per rispondere a uno degli interrogativi più frequenti tra i futuri genitori.

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Una delle domande più frequenti che si pongono i futuri genitori è quante ecografie fare in gravidanza. L’ecografia infatti è uno degli strumenti più importanti: necessaria per la sua portata diagnostica e assolutamente sicura per mamma e feto. Grazie all’utilizzo di una sonda che sfrutta gli ultrasuoni, questo esame permette di visualizzare su uno schermo tessuti e organi che altrimenti non sarebbero visibili, e di accertare così l’andamento della gestazione, prendendo in carico eventuali anomalie.

A volte, però, indotti un po’ dal desiderio e dalla preoccupazione, i genitori sono portati a fare numerose ecografie, spesso molte di più di quelle che sono realmente necessarie. Ma quante volte si va dal ginecologo in gravidanza per l’ecografia? 

Non va dimenticato che la gravidanza non è una malattia e ci sono molti aspetti che ostetrici o ginecologi possono cogliere anche solo da un buon dialogo con la gestante senza la necessità di utilizzare strumenti diagnostici come l’ecografia. Insieme agli specialisti del Santagostino tracciamo una breve guida sulle ecografie in gravidanza.

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Quali sono le ecografie obbligatorie in gravidanza?

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Ma quante ecografie bisogna fare in gravidanza?

La Società italiana di ginecologia e ostetricia ha pubblicato il decalogo delle società scientifiche Buone pratiche in Ginecologia”. In queste, si sostiene che, in caso di gravidanza fisiologica, cioè senza particolari fattori di rischio, «le ecografie essenziali, anche secondo il disposto dei nuovi LEA (i livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, cioè il ticket), sono due».

Queste due ecografie hanno il fine di verificare la regolarità del battito cardiaco, la crescita e la posizione del feto. A queste, si può aggiungere un’ulteriore ecografia durante il terzo trimestre. Ricapitolando, dunque, le ecografie da fare in gravidanza sono:

  • l’ecografia del primo trimestre di gravidanza, a partire dall’ottava settimana di gravidanza, nota anche come ecografia di datazione
  • l’ecografia del secondo trimestre, tra la 19esima e la 21esima settimana di gravidanza, che prende il nome di ecografia morfologica
  • l’ecografia del terzo trimestre, tra la 30esima e la 32esima settimana, detta anche ecografia biometrica. Quest’ultima deve essere valutata dall’ostetrica o dal ginecologo che stanno seguendo la gestazione

La regola base è quella di «non medicalizzare una gravidanza fisiologica, cioè senza fattori di rischio, prescrivendo esami e accertamenti diagnostici superflui», sostiene Elsa Viora, presidente AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani).

Nel caso di una gravidanza patologica o a rischio, invece, il numero di ecografie può aumentare sensibilmente, prevedendo controlli periodici con una cadenza che varia a seconda del caso specifico e dei problemi da monitorare. Per esempio, qualora si riscontri un rallentamento dello sviluppo fetale, si procederà a ecografie ripetute per monitorare la crescita e lo stato della circolazione sanguigna della placenta e del feto, tramite un particolare esame ecografico chiamato flussimetria doppler.

Ecografia del primo trimestre di gravidanza

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Una donna che scopre di essere incinta spesso va subito dal ginecologo per la prima ecografia, ma potrebbe essere troppo presto. A quante settimane allora è più opportuno farla? Il momento migliore è intorno alle 12 settimane: in questa fase si possono infatti cominciare a valutare gli organi del bambino e, soprattutto, la funzionalità del cuore.

In particolare, la prima ecografia è necessaria per:

  • controllare la vitalità del feto, rilevando il battito cardiaco
  • constatare la presenza di altri eventuali embrioni, segno di un possibile parto gemellare
  • stabilire il numero delle settimane di gravidanza e la data del parto. In questa occasione si confronta il calcolo delle settimane di gravidanza dall’ultima mestruazione con quello risultante dall’ecografia sulla base delle misure del feto, e si procede a un’eventuale ridatazione qualora vi sia una settimana o più di scarto

«La prima ecografia deve essere effettuata a partire dall’ottava settimana di gestazione, non prima. Le donne sanno bene che il rischio che la gravidanza si interrompa è più alto nelle prime settimane – sottolinea Paola Scavello, ostetrica del Santagostino – ma sentire il battito, vedere l’embrione e programmare le visite successive sembra cancellare questa consapevolezza e trasforma un eventuale aborto spontaneo in un trauma se possibile ancora più doloroso».

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Ecografia del secondo trimestre di gravidanza

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La seconda ecografia (detta anche morfologica) è prevista tra la 19esima e la 21esima settimana di gravidanza. In questa fase, il processo di formazione degli organi e dei tessuti del feto è concluso, e si possono osservare lo sviluppo e la crescita complessiva del bambino, al fine di rilevare eventuali malformazioni congenite visibili o anomalie cromosomiche. In questo esame il medico valuta approfonditamente, tramite le immagini ecografiche, una serie di parametri, tra cui: 

  • la quantità di liquido amniotico
  • la posizione della placenta
  • la morfologia del feto e la sua crescita. Si analizzano, in particolare, il diametro biparietale (la distanza tra le orecchie); la circonferenza cefalica, addominale e femorale; il trigono cerebrale (lo spazio in cui si trova il liquido cefalorachidiano); il cervelletto; le orbite e il labbro superiore; il cuore; i polmoni; i reni; la vescica; la colonna vertebrale; i quattro arti
  • il sesso del nascituro

Anche in questo caso, è bene non anticipare la visita: «Mi capita spesso di fare ecografie anche molto prima, attorno alla 15esima settimana, perché i genitori sono giustamente impazienti di scoprire il sesso del bambino – dice Francesca Sala, ginecologa del Santagostino – ma anche in questo caso, anticipare i tempi è sconsigliato perché la valutazione si basa su linee guida relative a una precisa epoca gestazionale.

Se effettuata prima, il medico potrebbe trovarsi a dover segnalare piccole anomalie o ritardi nello sviluppo del tutto normali per una fase precedente della gravidanza, ma che pongono la futura mamma in uno stato d’ansia ingiustificato e che richiedono comunque un’ulteriore ecografia il mese dopo».

Ecografia del terzo trimestre di gravidanza

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L’ecografia del terzo trimestre viene effettuata tra la 30 e la 34 settimana, per controllare principalmente la crescita e il benessere fetale. Questo esame ha lo scopo di:

  • confermare il regolare sviluppo del feto, in base alla misurazione dei consueti parametri (circonferenza cranica, diametro biparietale, circonferenza addominale, lunghezza del femore)
  • controllare la posizione del feto (cefalica o podalica)
  • monitorare la posizione della placenta
  • valutare la quantità di liquido amniotico (regolare, scarsa o eccessiva)
  • rilevare eventuali anomalie non emerse dalle ecografie precedenti

Questa terza ecografia permette al medico e l’ostetrica di arrivare preparati al parto e di optare per un parto naturale o cesareo.

Ecografia transvaginale

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Oltre alle ecografie “classiche” finora descritte, in gravidanza è possibile eseguire anche un’ecografia interna o transvaginale qualora il ginecologo ritenga opportuno monitorare le condizioni degli organi riproduttivi della madre. Si tratta di un’indagine che, oltre a osservare le condizioni del feto, permette di effettuare la cervicometria, vale a dire la misurazione della lunghezza collo dell’utero, utile per valutare il rischio di aborto spontaneo.

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Ecografie gratuite

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A maggio 2017 il Ministero della Salute ha aggiornato la lista delle prestazioni sanitarie gratuite per tutte le donne gravide in buono stato di salute. Oggi, dunque, sono tre le ecografie che possono essere eseguite senza pagare:

  • l’ecografia del primo trimestre di gravidanza
  • un’ecografia inserita nella diagnosi prenatale del test combinato in cui si valuta la lunghezza del feto e lo spessore della translucenza nucale (nuca del feto) e che si effettua tra le 11 e le 13 settimane di gestazione. Quest’ultimo esame ha lo scopo di stimare il rischio di comparsa di anomalie cromosomiche come la trisomia 13, 18 (sindrome di Edwars) o 21 (sindrome di Down), malformazioni cardiache o scheletriche
  • ecografia del secondo trimestre di gravidanza (morfologica)

In caso di rischio, se segnalato dal ginecologo, il Servizio Sanitario Nazionale rende gratuita anche l’ecografia del terzo trimestre

Per ulteriori informazioni, leggete il calendario della gravidanza.